Iniziata la presidenza UE della Finlandia: sei mesi per il clima
Roberto Artigiani – Città del Vaticano
Sono iniziati ieri i sei mesi in cui il premier socialdemocratico Antti Rinne, recentemente eletto in coalizione con Verdi e partiti di centrosinistra, e il suo organico indirizzeranno l’attenzione di tutta l’Unione Europea su temi come il cambiamento climatico, l’inclusione sociale e la lotta alle fake news. Mentre il governo di Helsinki persegue l’ambizioso obiettivo di diventare il primo Paese a emissioni zero entro il 2035, la guida finlandese dell’Europa cercherà di raggiungere lo stesso traguardo anche a livello comunitario.
Danno economico oggi, ma vantaggio per il futuro
“L’impegno di abbassare le emissioni entro il 2050 è fondamentale, anche perché ci sono sempre state molte resistenze all’interno dell’Ue circa il costo economico – inizia così Piero Graglia, docente di storia dell’integrazione europea all’Università Statale di Milano – la lotta climatica viene sempre messa in termini economici come il danno che si subirebbe ad applicare interamente le regole più restrittive. In realtà, bisogna pensare ai vantaggi per il futuro. Non bisogna pensare soltanto a quanto può costare intraprendere una certa strada, ma valutare il ritorno futuro. Io credo che la Finlandia per la sua storia e anche per l’organizzazione sociale ed economica che ha - piccolo Stato da sempre cerniera e alle prese con notevoli problemi climatici soprattutto all’interno del Consiglio Artico, di cui è uno dei Paesi fondatori - sia il Paese più adatto a proporre e a portare avanti con decisione questi temi”.
Finlandia valido antidoto contro la retorica dell’invasione?
L’argomento climatico infatti è quanto mai attuale, ma non c’è il rischio che problematiche come disoccupazione e immigrazioni che toccano più da vicino i Paesi più meridionali vengano tralasciate? “La Finlandia sente poco questi problemi, è un Paese nordico quindi meno sensibile alle dinamiche dell’Europa del Sud, allo stesso tempo però io penso sia una realtà fatta di notevoli diversità e quindi dare voce ogni tanto a una presidenza di turno del Consiglio dei Ministri che porti avanti certe tematiche secondo me fa solo bene”.
Brexit e procedura di infrazione all’Italia
La presidenza finlandese si troverà anche ad affrontare questioni importanti e spinose come la possibile apertura di una procedura di infrazione proprio nei confronti dell’Italia e la Brexit (la cui scadenza è stata spostata al 31 ottobre, ndr). “La procedura di infrazione sicuramente sarà un tema importante. Però anche se sarà gestita dalla Commissione poi viene decisa e proclamata da tutto il Consiglio dei Ministri riuniti”. Il professor Graglia, invece, mostra un inatteso ottimismo sull’uscita del Regno Unito dall’Ue: “Per quanto riguarda la Brexit io credo che sia una partita apertissima. Personalmente non credo si arriverà a una Brexit dura e pura, come spera gente come Boris Johnson e altri, e spero invece che da questo punto di vista la Finlandia possa aiutare a trovare una soluzione. Bisogna considerare anche che è in ottimi rapporti con la Norvegia che ha trovato un modus vivendi con l’Ue fondato sulla corresponsione di importanti contributi per stare nei benefici del mercato unico. Però sono convinto ancora che il Regno Unito troverà strade alternative e che possa ripensare la decisione del referendum di giugno di tre anni fa”.
Un Paese da sempre in equilibrio tra grandi potenze
La Finlandia comunque può svolgere un ruolo importante anche in forza della sua posizione geografica, un interlocutore privilegiato anche con le superpotenze. Quindi "io credo - conclude Graglia - che la piccola Finlandia, la poco considerata Finlandia, abbia strumenti nella sua storia e nella sua capacità di dialogo per interfacciarsi con queste realtà in maniera innovativa e interessante rispetto a quello che si è fatto finora”.
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