Somalia: decine di morti e feriti in un attentato di al-Shabaab
Giordano Contu – Città del Vaticano
Scorre ancora sangue in Somalia. Venerdì un’auto bomba è stata fatta scoppiare dai miliziani al-Shabaab di fronte all'hotel Asaseys, nella città portuale di Chismaio, nel sud del Paese. Dopo l’esplosione, il gruppo jihadista affiliato ad al-Qaida ha cominciato a sparare e lo scontro a fuoco con le forze di sicurezza è continuato dentro l’hotel. All’interno dell’edificio, erano riuniti parlamentari e dignitari locali. Secondo fonti della polizia somala, la maggior parte delle vittime erano clienti dell’hotel: un britannico, tre kenioti, tre tanzaniani, due americani e una canadese. Tra loro anche due giornalisti: la afrocanadese Hodan Nalayeh e suo marito Farid Jama Suleiman. Da anni frequenti attacchi terroristici scuotono il Paese.
Un Paese martoriato dal terrorismo
“E’ una situazione abbastanza grave in una città che si pensava essere sotto il controllo del governo di Mogasdiscio”: è l’analisi di Enrico Casale, della rivista "Africa" dei Padri bianchi. “L’attentato riporta all’attenzione la situazione in Somalia che è tutt’altro che stabile”. Le istituzioni sono presenti e sostenute dalla Comunità internazionale, ma controllano poche aree del Paese. “Al-Shabaab mantiene un forte controllo sull’entroterra”, spiega Casale, per questo “ha ancora la capacità di gestire quelle attività che garantiscono i fondi necessari per organizzare attività che richiedono una certa organizzazione logistica e militare”. Oltre alla Somalia, in Africa ci sono ampi territori gestiti o controllati dai terroristi: Boko Haram nel nord ovest della Nigeria, vari gruppi legati ad al-Qaida e Stato islamico nel Sahel e l’Egitto sta combattendo una battaglia contro l’insorgenza di gruppi jihadisti nel Sinai.
Ultimo aggiornamento: 14 luglio, ore 10:00
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