Sudan, accordo militari-società civile sulla transizione
Elvira Ragosta- Città del Vaticano
Il Consiglio militare transitorio, che guida il Sudan dalla deposizione del Presidente Omar al-Bashir lo scorso 11 aprile e l'opposizione, hanno raggiunto un accordo sulla condivisione dei poteri all'interno di un governo di transizione. Lo ha annunciato ai giornalisti il mediatore dell'Unione Africana, Mohamed Hassan Lebatt, spiegando che quello che verrà formato sarà un governo tecnico indipendente. Si tratterà di un organo composto da cinque militari e cinque civili, mentre un'altra poltrona andrà a un civile con un background militare. Il consiglio, con presidenza a rotazione, prima militare e poi civile, durerà circa tre anni, poi ci saranno elezioni.
Negoziati
Un accordo raggiunto grazie alla mediazione di Etiopia e Unione africana che arriva dopo mesi di tensioni e proteste. Nel Paese africano lo scorso aprile, dopo la deposizione del Presidente Bashir, i militari hanno assunto il potere. I negoziati, che a maggio avevano già portato a una bozza di accordo, si erano bloccati a giugno, quando le forze di sicurezza avevano attaccato il mese scorso i manifestanti a Khartoum che chiedevano il passaggio dei poteri a un governo civile, e sono ripresi questa settimana sulla scia di forti proteste lo scorso weekend.
Indagine indipendente sulle violenze di piazza
Le due parti “hanno raggiunto un accordo anche sulla necessità che venga avviata un'indagine dettagliata, trasparente, nazionale e indipendente su tutti i deplorevoli incidenti violenti che si sono registrati nel Paese nelle ultime settimane”, ha spiegato Lebatt.
E' una vittoria del popolo pagata con il sangue di decine di vittime
“L’8 luglio sarà una giornata storica – afferma in un’intervista a Radio Vaticana Italia Antonella Napoli, direttrice di focusonafrica.info -, la firma sull’accordo raggiunto nella notte a Khartoum darà il via a un governo di transizione condivisa fino alle elezioni. E’ sicuramente una vittoria del popolo, purtroppo pagata con il sangue di centinaia di vittime”. Sulla possibilità che questa intesa possa determinare la fine delle proteste di piazza, Napoli aggiunge: “E’ un auspicio, anche se per il momento rimane l’appuntamento del 14 luglio per lo sciopero generale, perché bisognerà capire se effettivamente si darà corso a tutte le richieste apparentemente accolte”.
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