Accordo sul nucleare, presto l’incontro tra Shinzo Abe e Rohani
Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano
“Il nostro governo sta facendo un lavoro enorme”: ha dichiarato Rohani, parlando delle iniziative di Teheran per salvare l’accordo sul programma nucleare e citando il ministro degli esteri di Teheran, Zarif, apparso a sorpresa durante il G7 a Biarritz.
Al G7 fallite le prove generali di avvicinamento
Proprio il G7 aveva visto importanti dichiarazioni di Trump rivolte agli iraniani, il Presidente si era infatti detto pronto ad incontrare il suo omologo Rohani, ma solo in presenza di circostanze giuste, spiegando anche di non puntare ad un cambio di regime in Iran. Apertura congelata dalle parole di Rohani: gli Stati Uniti facciano il primo passo, togliendo le sanzioni, quelle del maggio 2018, imposte da Washington dopo l’uscita unilaterale degli Usa dall’accordo sul nucleare iraniano, altrimenti l’Iran non rispetterà più gli impegni presi in tema di riduzione e di arricchimento dell’uranio.
Si spera che l’Assemblea generale Onu segni passi avanti
Mentre in Francia si svolgeva il G7, Israele colpiva al confine tra Siria e Iraq. “Sul fronte del campo di battaglia – spiega Matteo Bressan, docente di relazioni internazionali alla Lumsa, intervistato da Radio Vaticana Italia – stiamo assistendo alla conferma e alla estensione del conflitto tra Israele e Iran, che non è più sottotraccia, in realtà è nato già nel 2012/2013, in Siria, quando Israele ha incrementato una serie di attacchi a convogli, contro le milizie iraniane e contro Hezbollah, azioni aumentato negli anni, in particolare nell’ultimo”. Per Bressan si deve sperare che da qui all’Assemblea generale dell’Onu si possano fare passi in avanti, anche perché – aggiunge – “si è arrivati ad un livello di pericolosa escalation verso la quale anche alcuni monarchie del Golfo iniziano ad avere qualche legittima preoccupazione”.
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