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Migranti ancora a bordo della spagnola Open Arms Migranti ancora a bordo della spagnola Open Arms 

Open Arms, migranti sempre più in pericolo di vita

La nave dell’Ong spagnola, bloccata al largo del Mediterraneo con 151 persone a bordo, nelle prossime ore potrebbe essere investita da una forte perturbazione. Italia e Malta negano lo sbarco. Le Chiese protestanti italiane scrivono al Parlamento europeo: noi pronte a farci carico di queste persone rifiutate da tutti

Federico Piana- Città del Vaticano

Si fa sempre più difficile la situazione della nave della Ong spagnola Proactiva Open Arms, bloccata al largo del Mediterraneo, con a bordo 151 migranti, tra i quali donne e bambini. Nelle prossime ore dovrebbe sopraggiungere una perturbazione violenta con onde alte più di due metri che potrebbero mettere a repentaglio la vita dei migranti già provati dal lungo viaggio e dalle condizioni precarie di bordo. “Perché non ci fate scendere? Malta ed Italia ci hanno negato lo sbarco. L’Europa tace. Un silenzio che grida la vergogna del nostro tempo” scrive sui social il fondatore della Ong spagnola, Oscar Camps. Se si calcolano i migranti ancora a bordo delle navi Ocean Viking, Sos Mediterranèe ed Msf, sale a 501 il numero dei migranti che attende di approdare in un porto sicuro.

Chiese protestanti: pronti ad aiutare i migranti di Open Arms

Per tentare di aiutare i 151 migranti della nave Open Arms salvati lo scorso 2 agosto nelle coste libiche, la Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia e la Tavola Valdese hanno scritto una lettera al presidente del Parlamento europeo, David Sassoli. “Vogliamo ribadire – si legge nella missiva- a lei e al Parlamento europeo la disponibilità delle strutture della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia e della Tavola Valdese a farsi carico dell’accoglienza di queste persone, in attesa che, doverosamente, si definisca quell’accordo europeo che lei stesso ha opportunamente auspicato. Bisogna mettere al primo posto la salute ed il destino di persone che hanno già subito gravi traumi”.

Il pastore Negro: l’ Europa si prenda le sue responsabilità

“Prima di scrivere al presidente del Parlamento europeo – spiega il pastore Luca Maria Negro, presidente della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia – avevamo scritto una lettera analoga al premier italiano Conte e al suo vice, Matteo Salvini. Non ci è arrivata alcuna risposta. Poi ci siamo detti: forse è giunta l’ora di coinvolgere anche l’Europa, che deve prendersi le proprie responsabilità”.

Il divieto italiano agli sbarchi solo propaganda elettorale

Il pastore Negro analizza anche la motivazione che spinge alcune forze politiche del governo italiano ad opporsi agli sbarchi delle navi delle Ong. “La spiegazione – afferma - sta nel fatto che si tratta di argomenti da campagna elettorale. Certe forze politiche fanno semplicemente ricorso alla ‘pancia’ delle persone, cercando di suscitare delle paure assolutamente spropositate. I numeri del fenomeno migratorio non giustificano il tipo di risposta insensata che si cerca di dare”.

Ascolta l'intervista al pastore Luca Maria Negro

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13 agosto 2019, 11:55