In Sud Sudan l’Assemblea generale del Consiglio delle Chiese sul processo di pace
Lisa Zengarini – Città del Vaticano
L’incontro si è svolto a Juba, la capitale del Sud Sudan dal 26 al 29 agosto. "Il potere del perdono – I messaggi che guariscono in una società spezzata con lo spirito di perdono di un’autentica confessione" è stato il tema scelto per la sessione dedicata al difficile processo di pacificazione del Paese non ancora pienamente riconciliato.
Presenti anche rappresentanti di organismi regionali
All’incontro hanno partecipato anche rappresentanti di organismi regionali, tra cui la Conferenza Pan-Africana delle Chiese, l’Amecea, (l’associazione che riunisce i membri delle Conferenze episcopali della parte orientale del continente), il Consiglio delle Chiese del Sudan e la Caritas. Tra gli ospiti, monsignor John Babtist Odama, arcivescovo di Gulu, protagonista della mediazione di pace nel conflitto portato avanti dal Lord's Resistance Army (Lra) in Uganda.
Trovare nuove strade per unità, perdono e riconciliazione
In primo piano durante i lavori, il contributo delle Chiese sud-sudanesi alla difficile pacificazione del Paese che stenta a decollare anche dopo la firma del nuovo accordo di pace siglato il 12 settembre 2018 ad Addis Abeba dal Presidente Salva Kiir e dal leader ribelle Riek Machar. I delegati hanno ribadito il loro impegno a intensificare la collaborazione e a trovare nuove strade per promuovere l’unità, il perdono e la riconciliazione, in particolare attraverso l’implementazione nelle comunità locali del Piano di azione per la pace varato dal Consiglio nel 2015. Nel corso dell’Assemblea anche il rinnovo degli organi direttivi del Consiglio.
Il processo di pace a rilento
Come ha confermato la settimana scorsa la Commissione Onu per i diritti umani, dopo l’accordo di Addis Abeba, il conflitto in Sud Sudan è diminuito di intensità, ma restano diversi focolai di tensione e violenza legati ai conflitti per la terra e il bestiame, mentre l’iter per l’applicazione dell’accordo procede a rilento.
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