Eccidio di Sant'Anna, una delle pagine più tristi della storia italiana
Luisa Urbani – Città del Vaticano
“Il settantacinquesimo anniversario dell’atroce eccidio di Sant’Anna di Stazzema è giorno solenne di raccoglimento e di memoria per la Repubblica italiana e per l’Europa. La strage costituisce uno degli episodi più brutali e disumani di quella guerra, innescata nel nostro continente da volontà di dominio sulle altre nazioni”. Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ricorda una delle pagine più tristi della storia italiana che ha provocato la morte di 560 civili, soprattutto donne, vecchi e bambini. È il 12 agosto del 1944 quando, nel piccolo paese in provincia di Lucca, i nazisti massacrano i cittadini inermi. Tra questi, anche 130 minori. La più piccola, Anna Pardini, ha soltanto venti giorni quando, fra le braccia della mamma, viene ferita a morte.
I motivi della strage
Un eccidio pianificato per seminare terrore tra la popolazione con l’obiettivo di rompere ogni collegamento tra gli abitanti delle città, nei pressi della 'Linea Gotica', e le formazioni partigiane. “I tedeschi - racconta lo storico Lucio Villari a Vatican News - volevano ostacolare ogni tipo di legame tra partigiani e società civile. Alcuni abitanti del paesino toscano furono infatti giustiziati perchè accusati di collaborazionismo. I tedeschi ammazzarono per intimidire i civili: si trattò di un eccidio terroristico premeditato, in nome delle leggi del Terzo Reich”.
Una catena di solidarietà umana
In mezzo a tanto dolore e disumanità, non bisogna dimenticare coloro che, mettendo a rischio la propria vita, si impegnarono per salvare quante più persone possibili. “Nell’estate del 1944 - prosegue Villari - si creò una vera e propria catena di solidarietà umana. Soprattutto nei paesi del Centro Italia si scoprì un collante umano di persone che, spinte da un sentimento di solidarietà, proteggevano i partigiani, partecipando alla loro sofferenza, scegliendo per istinto caritatevole il 'campo' dell’antifascismo. Erano uomini e donne di tutte le estrazioni sociali: contadini, artigiani, ma anche piccoli borghesi. Questo è il significato storico che possiamo dare alla vicenda”.
Don Lazzeri, Giusto tra le Nazioni
“In questa catena di solidarietà - aggiunge lo storico - non mancarono religiosi e parroci", anche loro uccisi solo per aver aiutato altri esseri umani. Tra le vittime ci furono don Innocenzo Lazzeri e don Fiore Menguzzo, due sacerdoti che “vollero essere al fianco dei loro fedeli condividendone l’atroce destino” come li ricorda Papa Francesco in un messaggio inviato ai familiari delle vittime dell’eccidio nel 2014.
Don Innocenzo Lazzeri apprese che un gruppo di suoi parrocchiani stava per essere fucilato dalle truppe tedesche e così intervenne per tentare di evitare la strage. Offrì la sua vita in cambio di quella dei prigionieri, ma la sua proposta fu vana: anche lui venne ucciso dai nazisti. Per il suo operato è stato insignito di medaglia d’oro al valor civile e riconosciuto come Giusto tra le Nazioni.
Don Menguzzo, al fianco della sua gente
Ancor prima, una colonna di nazifascisti diretta a Sant’Anna, colpì con altrettanta ferocia il paese di Mulina di Stazzema, ferendo a morte don Fiore Menguzzo che, prima di essere ucciso, fu costretto ad assistere allo sterminio dei familiari. Anche lui è stato insignito di medaglia d’oro al valor civile per essersi, come si legge nella motivazione del conferimento, prodigato “in aiuto di chiunque avesse bisogno, offrendo a tutti assistenza e ricovero”.
“Il loro impegno e il loro sacrificio - conclude Lucio Villari - sono il simbolo della resistenza italiana che non è confinata solo nelle zone degli eccidi e delle lotte antifasciste e antinaziste, ma che si proietta in una dimensione europea. Una resistenza che va oltre i confini nazionali”.
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