Italia all’avanguardia nell’Ue nella lotta alla plastica
Roberto Artigiani – Città del Vaticano
La lotta alla plastica è iniziata e l’Italia ha deciso di schierarsi in prima linea. L’entrata in vigore di alcune normative negli anni passati è stata celebrata al di là di alcune discussioni, ma il 2019 potrebbe segnare il punto di svolta a livello di sensibilità diffusa. Le iniziative contro l’uso della plastica infatti sono diventate notizia quotidiana. La situazione è ben fotografata dall’ultima rilevazione Eurobarometro che riporta che un italiano su quattro evita di acquistare oggetti di plastica monouso e più di due su tre trovano giusto pagare un sovrapprezzo.
Nuovi materiali e politiche di riduzione
Come spiega Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente: “l’Italia nella lotta alle plastiche monouso ha sempre avuto un primato: è stata la prima nazione europea a mettere al bando i sacchetti per la spesa consentendo soltanto l’utilizzo di quelli compostabili già nel 2011. È stata poi la prima ad eliminare i cotton fioc e le microplastiche contenute nei cosmetici e oggi si sta distinguendo nell’impegno anche contro l’usa-e-getta”. Tutto questo, dice, è “una vera e propria sfida fatta di nuovi materiali e di politiche di riduzione che sono ormai al centro del dibattito politico”.
In attesa della direttiva europea
“Nel 2021 entrerà in vigore una nuova direttiva europea che metterà al bando definitivamente molti prodotti usa e getta in plastica – spiega Zampetti - ma soprattutto obbligherà a mettere in campo prodotti riutilizzabili per prevenire proprio la produzione di rifiuti”. In attesa che tutto ciò diventi realtà anche a livello normativo cosa si può fare già oggi? Zampetti afferma che sarebbe sensato “iniziare ad adottare comportamenti che riducono fortemente il consumo dell’usa e getta. Per fare qualche esempio: utilizzare la borraccia invece della bottiglia di plastica, su questo alcuni stabilimenti si stanno attrezzando con fontanelle e distributori, portare stoviglie e bicchieri riutilizzabili. È un percorso che dal 2021 diventerà obbligo normativo”.
L’efficacia della normativa sulle buste della spesa
Le cose non sono sempre andare così, anzi come ricorda Zampetti: “Prima della messa al bando dei sacchetti di plastica per la spesa, l’Italia ne consumava un quantità enorme pari al 25% di tutta l’Unione Europea. Il provvedimento varato nel 2011 ha permesso di sostituire i sacchetti di plastica con quelli compostabili, più facilmente gestibili nel fine vita anche per la raccolta differenziata dell’umido. Successivamente introducendo un lieve pagamento i consumi di sporte monouso sono stati ridotti di oltre la metà - per la precisione del 55%. Il provvedimento quindi è riuscito ad eliminare un uso della plastica inutile e sostituirlo con altri materiali, ma allo stesso tempo anche a ridurre i consumi in generale”.
I prossimi passi
Nonostante i successi però la lotta alla plastica rimane aperta e c’è ancora molto da fare. Zampetti infatti delinea una serie di attività che andrebbero avviate: “Per riuscire ad azzerare l’inquinamento da plastica in mare, in spiaggia e nell’ambiente in generale bisogna migliorare la gestione dei rifiuti e intercettare quanta più plastica possibile attraverso la raccolta differenziata e soprattutto mettere in campo in maniera seria, consistente e uniforme su tutto il territorio italiano attività di riciclo e recupero di materia”. “Con questi passaggi oggi sarebbe possibile azzerare la dispersione di plastica nell’ambiente – prosegue Zampetti - Al tempo stesso però, bisogna mettere in campo una serie di azioni per sostituire la plastica laddove non è necessaria con altri materiali, compostabili o comunque più sostenibili. Infine poi è necessario portare avanti una politica culturale, di regolamenti e forniture di servizi che puntino al riutilizzabile invece che al monouso, altrimenti continueremo ad avere un’alta produzione di rifiuti che rimane il primo degli anelli su cui intervenire”.
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