Cerimonia della Madonna di Cima Grappa nel nome delle vittime della Grande guerra
Marco Guerra – Città del Vaticano
Al Sacrario di Cima Grappa si svolge la tradizionale cerimonia che ricorre dal 1901 la prima domenica di agosto e che quest’anno vede la partecipazione del Segretario di Stato Vaticano, Cardinale Pietro Parolin.
Il sacello inaugurato dal patriarca Sarto poi divenuto Papa
L’iniziativa commemora l'inaugurazione del sacello dedicato alla Madonna, il 4 agosto 1901, a conclusione delle celebrazioni per il Giubileo del 1900, ad opera dell’allora patriarca di Venezia Giuseppe Sarto, divenuto qualche anno dopo Papa Pio X. Centodiciotto anni fa il patriarca Sarto benediceva infatti la statua della Madonna con Bambino collocata sopra un sacello eretto sulla cima del Monte Grappa e da oltre un secolo la popolazione locale ogni prima domenica di agosto rende omaggio a questa sacra immagine con un pellegrinaggio. Una tradizione interrotta solo durante gli anni delle due guerre mondiali.
Madonna protettrice delle genti venete
Il Corpo degli Alpini ricorda che la sacra immagine bronzea alta due metri, ora posta dentro il sacrario, dominava la pianura veneta e sarebbe divenuta, proprio per volere del cardinale Sarto, la protettrice delle genti venete che ogni anno le avrebbero reso omaggio.
Il sacrario con i resti di 23.000 soldati
La Madonnina del Grappa è stata inoltre oggetto di grande devozione da parte dei militari che hanno partecipato alla prima guerra mondiale, poiché sul Massiccio del Grappa, tra il novembre del 1917 e l'ottobre del 1918, veniva combattuta aspramente una delle pagine più tragiche ed eroiche della “Grande Guerra”. Il Monumento ossario, costruito negli anni Trenta sulla cima della montagna, accoglie i resti di 23.000 soldati, non solo Italiani, ma anche Austriaci, Ungheresi, Boemi, Slovacchi, Croati, Bosniaci e di altre nazionalità.
Le rappresentanze di cinque nazioni
Per questo motivo oggi, oltre alle autorità politiche italiane nazionali e locali, sono presenti le delegazioni dei Paesi di provenienza dei militi che riposano nell'ossario: la delegazione della Repubblica d’Austria (accompagnata da una Banda musicale TrachetenMusikkapelle Lopoldskorn-Moos di Salisburgo); la delegazione della Repubblica Ceca; la delegazione della Repubblica Slovacca; la delegazione della Repubblica di Slovenia e la delegazione della Repubblica Popolare d'Ungheria.
Il sindaco Rampin: oggi Monte Grappa luogo di pace
Il sindaco di Pieve del Grappa presidente del Comitato organizzatore della cerimonia, Annalisa Rampin spiega che “Il Sacrario di Cima Grappa può rappresentare la metafora del nostro tempo e della nostra Europa, oltre a un auspicio per il futuro: un luogo dove sensibilità, obiettivi e culture distanti, lasciano alle proprie spalle le ostilità unendosi verso il traguardo comune della pace, del rispetto reciproco e della solidarietà, pur nel pieno riconoscimento delle autonomie e delle tradizioni”.
Intervistata da Vatican News, Annalisa Rampin parla anche delle attuali sfide comuni dei popoli europei per la salvaguardia dell’ambiente montano minacciato dai cambiamenti climatici e ripercorre la storia della tradizione della Madonna del Monte Grappa:
R. – La nostra cerimonia ha una tradizione che ormai dura da tantissimi anni. Tutto nasce nel 1901 quando l’allora cardinale Sarto, patriarca di Venezia, in occasione del Giubileo decideva di far erigere una statua in onore della Madonnina su Cima Grappa. Per cui lì venne costruito questo sacello e dal 1901, ogni prima domenica di agosto, le genti del territorio, le genti venete, salgono al Sacrario di Cima Grappa per onorare la Madonnina. Gli unici momenti in cui non si è verificato questo pellegrinaggio spontaneo da parte delle popolazioni del territorio è stato durante i due conflitti mondiali. Lì c’è stata una pausa anche se il legame con la madonnina è stato sempre molto forte non solo per la gente veneta, ma dopo il primo conflitto anche in tutta Italia, perché poi chiaramente a seguito della costruzione del Sacrario che oggi ospita il sacello della Madonnina, la cerimonia che prima era strettamente religiosa si è trasformata anche in un momento dove si vanno ad onorare, a ricordare i 23mila militi caduti che lassù sono sepolti.
Quindi il Monte Grappa da zona di guerra si è trasformato in luogo d’incontro per la pace…
R. - Certo. Oggi rappresenta proprio un messaggio di pace e di fratellanza tra i popoli. Ogni anno proprio in occasione di questa cerimonia della prima domenica di agosto, viene rinnovato questo patto di amicizia e questo senso di profondo rispetto nei confronti di quei 23mila che sono sepolti, anche se in realtà poi sul Monte Grappa sono state molte di più le vittime, però chiaramente il sacrario anche per come è stato costruito e concepito, ospita nella stessa identica struttura i caduti dell’allora esercito austroungarico e dell’esercito italiano. Per cui allo stesso livello, alla stessa condizione, nello stesso luogo, proprio a ricordare l’identico valore che è stato riconosciuto a tutti i caduti a prescindere dalla loro appartenenza. Questo è il messaggio che ogni anno parte forte dal Grappa ed è per questo che c’è una partecipazione importante di delegazioni di vari Stati, perché allora l’esercito austroungarico era composto da più nazionalità.
Dunque la popolazione del Veneto ha coltivato una grande devozione per la Madonna del Monte Grappa anche durante le due guerre. Ad oggi è ancora forte questa devozione nelle terre venete?
R. – Sì, c’è ancora, anzi estenderei questa devozione anche a varie parti d’Italia, nel senso che la Madonnina che tra l’altro è stata ferita e mutilata durante il conflitto, è stata poi messa in salvo, portata nel Duomo di Crespano del Grappa e le truppe prima di partire per il fronte avevano questo momento di raccoglimento, di preghiera in duomo e il generale Giardino ai suoi soldati aveva consegnato una medaglietta con l’effige della Madonnina del Grappa per cui chi si è salvato, chi è riuscito a tornare a casa, ha in qualche modo ricordato il luogo. Faccio un esempio: in Puglia c’è un sacello in una località che è stata chiamata Monte Grappa proprio perché l’allora soldato, diventato sindaco, aveva fatto il voto durante le sue notti in trincea pregando che se fosse riuscito a salvarsi avrebbe ricordato e onorato la Madonnina del Grappa. Noi oggi abbiamo il Santuario del Monte Grappa a Tuglie, in Puglia. Per cui sono davvero tante le persone che oggi visitano il sacrario, ma soprattutto vanno a ricordare la Madonnina e ad onorarla con una preghiera, con un fiore. Sì, è ancora un simbolo importante per noi ed è bello che quest’anno il cardinale Parolin venga a celebrare la Messa proprio perché il 4 agosto del 1901 Papa Sarto era arrivato in sella ad una mula bianca.
La cerimonia di quest’anno mette un accento particolare sulla difesa del territorio e contro il depauperamento del patrimonio verde. La montagna, ricordiamo, è un territorio fragile che va protetto …
R. - Per noi è iniziata anche un’ulteriore sfida che è proprio quella della candidatura per essere una delle biosfere riscuote dall’Unesco perché il nostro territorio è ancora per fortuna un territorio abbastanza integro e che è stato salvaguardato. Abbiamo l’obbligo di continuare a difenderlo soprattutto oggi a fronte di questi importanti cambiamenti climatici che hanno visto montagne e luoghi vicino a noi distrutti da recenti eventi atmosferici importanti. Abbiamo il dovere di preservarlo e di attivarci. Riteniamo che possa diventare un luogo dove lanciare questo appello e da dove parte una battaglia per il nostro territorio.
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