I vescovi di Bolivia, Perù e Cile: rispetto dei diritti per migranti venezuelani
Eugenio Serra – Città del Vaticano
Una comune preoccupazione per la dinamica migratoria nel Continente latinoamericano, e in particolare per la situazione dei migranti venezuelani, è stata espressa congiuntamente dai vescovi e dagli operatori pastorali delle diocesi frontaliere di Bolivia, Perù e Cile, nel corso del loro settimo Incontro, che quest'anno si è tenuto a Oruro, in Bolivia, riferisce l'Agenzia Sir.
La crisi migratoria venezuelana al centro
Nel documento finale, firmato dai rappresentanti delle diocesi di Oruro, è emersa la preoccupazione per l’attuale fenomeno migratorio, soprattutto riguardo a quello venezuelano. Il Paese, infatti, è ancora alle prese con la grave crisi economica e politica, nella quale si fronteggiano Maduro e Guaidò.
Migranti privati dei diritti di base e a rischio di sfruttamento
I vescovi denunciano che, in molte situazioni, i migranti sono privati dei loro diritti e diventano vittime di tratta, traffico e ogni forma di sfruttamento. Ostacoli che mettono a rischio la vita, la dignità e l'integrità delle fasce più vulnerabili, come le donne e i bambini. Si aggiunge, per coloro che migrano, la difficoltà di accesso regolare e di asilo nei luoghi di arrivo, obbligandoli all'irregolarità e all'accesso precario ai diritti di base.
Nel migrante il volto di Cristo
La Chiesa, in questa situazione, si sente “madre” e “senza frontiere”, vedendo nel migrante il volto di Cristo. Si adopera per assicurare spazi di accoglienza, protezione, promozione e integrazione dei migranti, e invita le istituzioni e la società civile a “promuovere la cultura dell'incontro” e a favorire misure concrete di protezione.
“Costruire ponti”, sull’esempio del Papa
“Siamo incoraggiati dalla chiamata di Papa Francesco a costruire ponti di solidarietà e non muri che ci separano nell'indifferenza e nell'egoismo”, si legge nel comunicato dell’Incontro. I firmatari del documento dichiarano, inoltre, di apprezzare lo sforzo di ogni Chiesa ai confini con Bolivia, Cile e Perù nel creare spazi di accoglienza, protezione, promozione e integrazione di migranti e rifugiati.
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