Violenza in Siria, 17 bambini uccisi nel confiltto a Idlib
Eugenio Serra – Città del Vaticano
Sono drammatici i numeri riportati dall’Organizzazione internazionale che si occupa dei minori. Ai 17 bambini uccisi a Idlib, nella Siria nord-occidentale, ultima roccaforte dei jihadisti, si aggiungono i circa 40.000 bambini costretti a spostarsi nelle ultime tre settimane. Le scuole chiuse e le strutture sanitarie esposte a continui rischi, contribuiscono a rendere il quadro generale ancora più difficile. Uno scenario che conferma come il conflitto sia ancora in corso e come i minori continuino ad essere una delle fasce più colpite.
Prosegue l'offensiva delle forze governative
Dopo aver ripreso questa settimana la città chiave di Khan Sheikhoun e altre aree della provincia meridionale di Idlib, le forze governative si stanno spingendo a nord, verso la città di Maaret al Numan, che si trova in una posizione strategica, a circa due chilometri dall’autostrada che collega Damasco e Aleppo. A Vatican News l’intervista a suor Yola Girges, religiosa francescana siriana delle Missionarie del Cuore immacolato di Maria, originaria di Ghassanieh nella provincia di Idlib:
Qual è la situazione a Idlib e come la stanno affrontando le comunità cristiane?
L’esercito della repubblica siriana sta finendo di liberare l’ultima parte della Siria occupata che è Idlib, la mia provincia. In risposta alla seconda domanda, in quella parte della Siria ci sono alcune comunità cristiane sotto la guida e la protezione di due frati francescani. La loro vita è miserabile, come mi viene detto sempre. I frati vivono in mezzo a questi gruppi terroristici, che hanno preso tutti i loro terreni. I religiosi stanno attraversando questi momenti critici con la fede. Da quasi 6-7 anni, in questa drammatica situazione, vivono nella provvidenza di Dio.
Cosa si aspettano i siriani nella provincia di Idlib dopo tutti questi anni di conflitto?
Stanno aspettando di essere liberati. La guerra che stanno vivendo in questo periodo è terribile. Quindi stanno aspettando quotidianamente questa liberazione, un'attesa che accomuna tutte le provincie della Siria.
Il Papa ha dimostrato in più occasioni il suo amore nei confronti della Siria. Sono di conforto le parole del Pontefice per i civili e soprattutto per i cristiani?
Le parole di incoraggiamento del Papa danno forza a tutti i siriani, non solo ai cristiani. Noi siamo molto fiduciosi che il Papa continui a sostenerci. Il Papa prega sempre per noi, è presente in tutta la Siria con il suo amore. E tutti i cristiani, i siriani in generale, apprezzano questo amore del Papa, che continuerà. Tutti i siriani, tutti i cristiani della Siria, con tutti i suoi differenti riti, amano il Papa, sono in unione con la Chiesa cattolica. Sappiamo benissimo che Sua Santità è molto vicino a noi. Questa certezza è la nostra roccia di fede.
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