Le Bahamas dopo l’uragano Dorian: un abitante su sei ancora senza casa
Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
A due settimane dal passaggio di Dorian sulle Bahamas, le organizzazioni internazionali sono all’opera per sostenere la popolazione che è stata colpita dal peggior uragano che l’arcipelago nell’Oceano Atlantico ricordi. Infatti, oltre alle 50 vittime accertate e ai circa 1300 ancora dispersi, il 17 per cento dei 70mila abitanti delle Bahamas è senza casa, e nell’isola di Abaco il 90 per cento delle abitazioni e delle infrastrutture è danneggiato, con molte case ancora senza energia elettrica.
Intervento nell'isola di Abaco, la più colpita dall'uragano
Il Programma alimentare mondiale sta distribuendo almeno 1500 pasti al giorno, e ha inviato due navi nel porto di Marsh Harbour, dell'isola di Abaco, che hanno scaricato 13.800 pasti pronti e materiale di soccorso, inviato dal Pam e da partner come Croce Rossa, Organizzazione internazionale per le migrazioni e Paho/Who (organizzazione mondiale della sanità). In questo modo, il fabbisogno alimentare immediato è stato in gran parte soddisfatto, e il Pam concentrerà la sua assistenza sulla logistica e sul sostegno alle telecomunicazioni per gli interventi di soccorso, perché è ancora molto difficile raggiungere alcune aree colpite dall’uragano. Il governo delle Bahamas, con il supporto di aerei e imbarcazioni militari e civili, ha comunque già evacuato circa 5mila persone dalle isole colpite.
Il Pam presente nell'arcipelago con un team di 15 esperti
Attivo nell’arcipelago con un team di 15 esperti, il Pam ha consegnato unità di stoccaggio, generatori, uffici prefabbricati e telecomunicazioni satellitari a Marsh Harbour, dove sta creando un hub logistico. Questo hub faciliterà l'arrivo, lo stoccaggio e l'invio di materiale di soccorso, garantendo una risposta umanitaria coordinata sull'isola. Con la squadra di Ericsson Response, sta installando telecomunicazioni satellitari per ripristinare la connettività al porto di Marsh Harbour e all'aeroporto creato per gli operatori umanitari, a supporto della risposta alle emergenze.
Alicia su Dorian: era come un fiume, l'acqua portava via tutto
Nel video realizzato da Jonathan Dumont, responsabile della comunicazione video del Pam, vediamo la distruzione del porto di Marsh Harbour e a Treasure Cay, sull'isola di Abaco. Tra i sopravvissuti in attesa di imbarcarsi su un aereo per Nassau o per gli Stati Uniti, nell’aeroporto dell’isola, troviamo Alicia Joseph, che parla del giorno dell’uragano. "Era come un fiume. L'acqua usciva e portava via tutto – racconta Alicia - Mia sorella era sdraiata nel letto e vedo il tetto crollare, e cadere su di lei. Ho detto Ok, questo è il nostro momento per scappare. Ma abbiamo dovuto rimanere in casa perché non avevamo un passaggio per fuggire. Quindi stavamo in quel bagno da basso, pregando Dio che la tempesta si calmasse un po' per farci scappare".
Chapman (Pam): ora focus su logistica e telecomunicazioni
Dopo di lei Dumont intervista Regis Chapman, coordinatore di emergenza del Pam, che sottolinea: "Il vero problema per operare qui sul terreno sono soprattutto i lavoratori, il carburante, i veicoli, i camion, i carrelli elevatori e i macchinari necessari per far muovere le catene di approvvigionamento. Quindi il Pam farà arrivare già domani una nave che porterà nuove attrezzature per affrontare alcuni di questi problemi".
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