Burkina Faso: 29 morti e 6 feriti negli attentati di ieri
Federico Francesconi – Città del Vaticano
Due diversi attacchi in cui hanno perso la vita quasi una trentina di persone. E’ accaduto ieri nella provincia di Sanmatenga, nel nord del Burkina Faso. In un comunicato il portavoce del governo, Remis Fulgance Danjnou, ha dichiarato che almeno 15 persone sono state uccise e 6 ferite quando un camion che trasportava viveri e passeggeri è esploso passando su un ordigno artigianale. La deflagrazione è avvenuta sulla strada tra Barsalogho e Guenbila. Ancora nell’area di Barsalogho, secondo il portavoce, 14 civili sono stati uccisi durante l’assalto a un convoglio che trasportava derrate alimentari. Per il momento non c’è stata alcuna rivendicazione ma da tempo la situazione nel nord del Paese è tesa a causa dell’azione di gruppi jihadisti. In seguito a questi attacchi, il governo burkinanbé ha già inviato rinforzi per i militari presenti nella regione che sono al lavoro per trovare gli attentatori.
La lotta jihadista nel Paese
La violenza jihadista in Burkina Faso si sta lentamente intensificando. Nelle province del nord del Paese, dove si sono verificati gli attentati di questa domenica, è presente dal 2016 il gruppo di Ansar ul Islam, attivo anche in Mali, uno degli stati in cui è più forte l’influenza dei guerriglieri islamici. Un diverso gruppo, il GSIM (Group to Support Islam and Muslims), legato ad Al Qaeda e considerato il suo braccio armato in Mali e in tutto il Sahel, ha compiuto numerosi attentati nella capitale Ougadougou e nelle province più a ovest del Paese.
L’instabilità politica in Burkina Faso
A causa delle tensioni, il presidente Roch Marc Christian Kaboré a dicembre 2018 ha decretato lo stato di emergenza in 45 delle province del Paese. Gli attacchi con dispositivi improvvisati sono iniziati nell'agosto dello scorso anno e da allora sono aumentati. Un vertice eccezionale dei capi di Stato sulla sicurezza nella regione è previsto per il 14 settembre a Ouagadougou. Secondo Marco Di Liddo, ricercatore del Cesi, Centro Studi Internazionali, è possibile un incremento delle violenze anche a danno della comunità cattolica visti gli ultimi attacchi a chiese e luoghi di culto.
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