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Lasciti solidali, un piccolo gesto può fare la differenza

Per promuovere la cultura del testamento solidale, si celebra in tutto il mondo la Giornata Internazionale dei Lasciti Solidali. Intervista con Paolo Beccegato, vicedirettore di Caritas Italiana

Chiara Colotti - Città del Vaticano

Consente di donare una parte dei propri beni a una o più associazioni, enti o organizzazioni no-profit per sostenere vari progetti e iniziative: si tratta del lascito solidale, un gesto che trasforma un testamento in segno concreto di solidarietà.

“[Importante non è ciò che facciamo, ma quanto amore mettiamo in ciò che facciamo”. (Madre Teresa di Calcutta)]”

Lasciti solidali in Italia

Secondo le ultime stime dell’Osservatorio Fondazione Cariplo, sono circa 420mila le famiglie italiane che, entro il 2030, sceglieranno di fare un lascito solidale. Questo consentirebbe di passare dai 105 miliardi del 2009 ai 129 miliardi di euro, valore dei lasciti di beneficenza stimato per il 2030. A Vatican News, Paolo Beccegato, vicedirettore di Caritas Italiana sottolinea che questi dati, anche se parziali, fotografano uno scenario in cui si registra un aumento della sensibilità per i testamenti solidali. 

Ascolta l'intervista a Paolo Beccegato

Un gesto necessario

Un lascito solidale consente di dare il proprio contributo nell'affrontare le problematiche sociali più urgenti; tra queste, ricorda Beccegato, la povertà assoluta, la povertà relativa e le diseguaglianze che sono sempre più evidenti all’interno dei singoli Paesi. Spesso infatti “in alcune regioni, l’intervento pubblico in risposta a questi problemi è insufficiente”, sottolinea il vicedirettore di Caritas Italiana. Il testamento solidale è quindi un modo per lasciare una traccia di sé, che perdurerà anche quando non ci saremo più, aiutando chi ne ha più bisogno.

Perché fare un lascito solidale?

Anche solo con una piccola donazione si possono sostenere progetti di diverso tipo a livello locale, nazionale o addirittura internazionale. “È possibile – ricorda Beccegato – destinare fondi a realtà no-profit civili o di ispirazione religiosa, che si impegnano ad impiegare tali risorse secondo le volontà del donatore”. Oggi infatti la pubblicazione di bilanci e l’impiego di strumenti di trasparenza consentono di rendicontare l’operato di queste organizzazioni, attive in Paesi in cui i diritti umani fondamentali spesso non sono tutelati. 

“[Sappiamo bene che ciò che facciamo non è che una goccia nell’oceano. Ma se questa goccia non ci fosse, all’oceano mancherebbe. (Madre Teresa di Calcutta)]”

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13 settembre 2019, 15:46