Israele al voto all’insegna dell’incertezza
Giancarlo La Vella – Città del Vaticano
All’insegna dell’incertezza le elezioni legislative anticipate che si terranno in Israele tra cinque giorni. I sondaggi vedono il partito centrista di Benny Gantz e Yair Lapid in vantaggio sul Likud del premier Benyamin Netanyahu. Con un risultato del genere c’è il rischio che si vada ancora incontro ad un nulla di fatto, come nell’aprile scorso, con il Likud che potrebbe raggiungere una maggioranza solo attraverso l’alleanza con il partito nazionalista laico di Avigdor Lierberman, ma che dopo le recenti elezioni aveva detto no ad un accordo con Netanyahu. Ma a risolvere i problemi del premier potrebbe essere l’affermazione a sorpresa di Otzmà Yeudit, partito radicale di destra, anche se i moderati non vedrebbero di buon occhio un’alleanza del genere. Insomma, ancora molto da fare per Netanyahu per superare la soglia dei 60 seggi sui 120 che compongono la Knesset.
Grande attenzione sul voto in Israele
La vigilia delle elezioni in Israele sono seguite con attenzione dalla comunità internazionale, soprattutto dopo le recenti dichiarazioni del premier uscente, Netanyahu, sull’intenzione di estendere la sovranità dello Stato ebraico sulle colonie israeliane della Valle del Giordano. In particolare la Russia ha espresso preoccupazione per questa eventualità, che potrebbe far aumentare le tensioni e allontanare la pace nella regione mediorientale. Tra l’altro, proprio oggi Netanyahu incontra a Sochi il presidente russo, Vladimir Putin. Forti le reazioni negative del mondo arabo. Secondo Eric Salerno, giornalista esperto di Medio Oriente, si tratta soprattutto di dichiarazioni pre-elettorali per conquistare l’elettorato di destra, anche se gran parte degli israeliani vedono positivamente una soluzione del genere. In ogni caso di tratta di un ostacolo ulteriore alla realizzazione del progetto dei due Stati.
Intanto cresce la tensione con Gaza
Il periodo pre-elettorale è caratterizzato da un aumento delle tensioni con la regione palestinese della Striscia di Gaza, amministrata dal movimento fondamentalista di Hamas. Ieri sera sono stati lanciati razzi da Gaza verso Israele. Immediata la risposta dell’aviazione dello Stato ebraico, che ha colpito una serie di obiettivi in un centro militare di Hamas nel nord della Striscia. Secondo Eric Salerno si tratta di un conflitto a bassa intensità destinato a durare, soprattutto in questa fase che precede le elezioni. Lo stato di fatto non consente il ricompattamento dei due fronti palestinesi di Hamas e della Cisgiordania di Fatah. Netanyahu non esclude, di fronte ai continui lanci di razzi, una campagna militare su larga scala contro Gaza.
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