Dazi Usa alla Ue, pesanti riflessi per l'economia mondiale
Alessandro Guarasci - Città del Vaticano
Sono entrati in vigore, quando in Italia erano le sei del mattino, i dazi per 7,5 miliardi di dollari che gli Usa hanno imposto sulle importazioni di alcuni prodotti dall'Ue. Il provvedimento è stato autorizzato dall'Organizzazione Mondiale del Commercio (Wto) come compensazione per le sovvenzioni europee al consorzio franco-tedesco-spagnolo Airbus. Il Dipartimento del Commercio statunitense (Ustr) afferma che sono colpiti dai dazi Usa del 25% tutta una serie di prodotti, come i vini francesi, le olive spagnole, il whisky scozzese, ma anche le esportazioni agroalimentari made in Italy, in particolare i formaggi tra cui il Parmigiano Reggiano e il pecorino.
Rischio escalation delle sanzioni
L’Europa vorrebbe evitare l’escalation di misure economiche tra le due sponde dell’Atlantico. Per ora il commissario Ue al commercio Cecilia Malmstroem afferma che la UE risponderà "a tempo debito con misure relative al caso Boeing, in cui gli Stati Uniti hanno violato le regole del Wto". Nel settore alimentare, l’Unione Europea ha dato comunque la ''piena disponibilità ad attivare interventi eccezionali come lo stoccaggio privato e misure specifiche di promozione all'export extra Ue, cui saranno assegnate risorse dedicate''. I dazi avranno ripercussioni "concrete", ha detto il ministro dell'Economia francese, Bruno Le Maire, precisando che “le conseguenze di queste decisioni sarebbero molto negative sia dal punto di vista economico che politico”.
Le fasce povere della popolazione le più colpite
Nei fatti, i dazi sui prodotti agricoli rischiano di avere pesanti riflessi soprattutto sulle fasce più povere della popolazione. In Europa, il Paese Ue a rischio povertà più alto da undici anni a oggi è la Bulgaria (32,8%), seguita da Romania (32,5%), Grecia (31,8%), Lettonia (28,4%), Lituania (28,3%), e poi dall'Italia (27,3%) appena davanti alla Spagna (26,1%). Per l’economista Gaetano Fausto Esposito, segretario generale di Assocamerestero, “ci sono rischi per l’economia mondiale. Già sappiamo che la crescita nel biennio 2019-2020 potrebbe essere sotto il 3%. Dunque i dazi non fanno altro che aumentare il clima di incertezza. L’impressione è che comunque l’obiettivo degli Usa sia ottenere un atteggiamento un po’ più aperto dalla Germania”.
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