Elezioni in Canada, sullo sfondo l’ipotesi secessione del Quebec
Elvira Ragosta – Città del Vaticano
Nel Paese che si estende su sei diversi fusi orari le operazioni di voto sono iniziate oggi e termineranno martedì sera. Sono 27 milioni e mezzo i canadesi chiamati alle urne per eleggere 338 deputati e decidere a chi spetterà la formazione del nuovo governo. I centristi del partito liberale del premier uscente Justin Trudeau, al potere da 4 anni, secondo i sondaggi si attesteranno sul 34%, mentre ai conservatori di Andrew Scheer andrebbe il 33% circa delle preferenze. Le proiezioni non profilano una maggioranza assoluta per nessuno dei due partiti, il che comporterà, per la formazione che otterrà più voti, la necessità di alleanze con i partiti minori.
La situazione in Quebec
A pesare su questa tornata elettorale il rischio secessione del Quebec, provincia che esprime ben 78 seggi sui 338 totali. "Il Quebec dovrà considerare nuovamente di darsi tutti gli attributi della sovranità", ha dichiarato in un comizio alla fine della sua campagna elettorale Yves-Francois Blanchet, leader del Bloc quebecois che si presenta solo nella provincia a maggioranza francofona. Contro quest’ipotesi si sono espressi sia Trudeau che Scheer. "I canadesi devono stare uniti", ha affermato il capo del governo da Vancouver, condannando l'idea che la sovranità del Quebec sia ora la priorità numero uno del Bloc quebecois. "Un voto per il blocco è un voto per un altro referendum", ha avvisato il conservatore Scheer, ricordando il fallimento dei primi due, di cui l'ultimo nel 1995, conclusosi sul filo di lana col 50,6% a favore del "no".
L’intervista
Per Gianluca Pastori, docente di Relazioni politiche tra Nord America ed Europa, la secessione del Quebec è sempre proposta ma non si concretizza mai. “In un governo di minoranza, come quello che si prospetta, saranno i partiti minori - aggiunge il professor Pastori - a contare molto. Si prevede un buon risultato, ma difficilmente il Bloc quebecois potrà essere quello che deciderà chi sarà il nuovo primo ministro”. Riguardo poi al testa a testa che si profila tra i due candidati Trudeau e Scheer, Pastore aggiunge: "Non ci sono significative divergenze, entrambi i candidati danno una declinazione in parte diversa di una comune convergenza al centro. Sarà molto un voto di allineamento, di fedeltà a uno schieramento o all’altro”.
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