Giornata Mondiale dell'Habitat: il tempo stringe
Chiara Colotti – Città del Vaticano
Cambiamento climatico, inquinamento, allarme rifiuti. Sono solo alcune delle molteplici sfide che il nostro pianeta deve affrontare. E la Giornata Mondiale dell’Habitat ci ricorda che il presente e il futuro delle città in cui viviamo sono nelle nostre mani. Istituita dalle Nazioni Unite nel 1985, il World Habitat Day ha promosso nel corso degli anni temi diversi ma tutti a doppio filo legati all’obiettivo di sviluppo sostenibile numero 11: rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri e resilienti. Il tema di quest’anno? L’applicazione di tecnologie di frontiera per una gestione sostenibile dei rifiuti.
Teconologie di frontiera per il futuro
Nel suo messaggio per questa giornata, António Guterres, Segretario Generale ONU, riafferma quanto sia importante ridurre la quantità di rifiuti prodotta dalle attività umane, iniziando a considerarli come una risorsa preziosa da riutilizzare e riciclare. In questo, la robotica, le biotecnologie e le intelligenze artificiali possono esserci d’aiuto, in quanto, spiega il Segretario, possono offrire risposte migliori e più economiche alle sfide quotidiane. Dunque, l’innovazione tecnologica apre nuovi orizzonti per soluzioni più efficienti al problema dei rifiuti, che continua ad avere effetti devastanti sulla salute pubblica e l’ambiente.
Il diritto alla casa
La casa è il cuore di tutte le attività umane e, proprio per questo, le politiche abitative rivestono un ruolo decisivo nel ridurre il tasso di povertà e di vulnerabilità nelle aree urbane. Ancora oggi, come emerge dalle ricerche della Fondazione Abbé Pierre e della Feantsa (la Federazione europea che lavora per l’inclusione abitativa) è un problema che colpisce tutta Europa. Sono circa 700mila le persone che vivono in strada o in alloggi di emergenza, un dato allarmante che evidenzia la necessità di promuovere lo sviluppo di città sostenibili e inclusive in tutto il continente. In Italia, in prima linea nell’aiutare persone in difficoltà e senza dimora, c’è Caritas Firenze che ha sviluppato una rete di iniziative volte proprio ad arginare questo problema. “La Casa della Carità - spiega Riccardo Bonechi, direttore di Caritas Firenze - ospita famiglie e persone in difficoltà”. Vi è poi il servizio di accoglienza dedicato ai papà separati o divorziati che non dispongono di un luogo in cui poter incontrare i propri figli. “Un’emergenza diffusa - commenta Bonechi - che richiede un intervento immediato”.
Semi di Carità
La povertà sta cambiando volto. È questa la fotografia scattata dal rapporto “Semi di Carità”, presentato lo sorso 26 settembre dalla Caritas fiorentina. La ricerca mette in luce come negli ultimi dieci anni il fenomeno sia diventato estremamente complesso e articolato, con una tendenza a cronicizzarsi e a colpire prevalentemente le fasce giovanili. “Da questo studio emerge una connessione molto stretta - conclude il direttore di Caritas Firenze - tra l’emergenza abitativa, da un lato, e quella lavorativa ed educativa, dall'altro. Caritas mette sempre al centro l'uomo con le sue esigenze, tra cui quella di avere un luogo di accoglienza, ristoro e tranquillità”.
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