Siria: tregua a rischio, ancora vittime
Giancarlo La Vella - Città del Vaticano
In Siria sembra non reggere la tregua concordata ieri tra Turchia e Stati Uniti per uno stop di cinque giorni delle operazioni militari di Ankara nel nord-est del Paese, in cambio di un ritiro dei curdi. Negli attacchi turchi di oggi 5 miliziani hanno perso la vita e diversi altri sono stati feriti, secondo fonti curde.
I curdi denunciano bombardamenti
Nonostante l’auspicata svolta, che dovrebbe dare respiro soprattutto alle migliaia di civili in fuga dalle violenze, scontri sporadici e bombardamenti di artiglieria sono stati avvertiti al confine nord-est. Sarebbero almeno cinque le vittime. Migliaia i curdi già in fuga verso il Kurdistan iracheno. In questi cinque giorni le milizie curde dovrebbero arretrare le proprie posizioni, ma intanto chiedono garanzie all’Onu sul loro futuro.
Erdogan smentisce: “Disinformazione”
Nel primo pomeriggio di oggi il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha smentito però le notizie secondo cui gli scontri continuano nel nord della Siria nonostante la sospensione dell'operazione turca concordata all'inizio di questa settimana. "Cari amici, non so da dove prendiate le vostre informazioni, ma ho ricevuto notizie dal ministro della difesa nazionale, tali conflitti non sono in discussione, questa – ha detto Erdogna ai giornalisti - è disinformazione, queste sono speculazioni. Per favore non ascoltate quelle speculazioni”.
La comunità internazionale e la crisi umanitaria
Il Consiglio europeo ha ribadito ieri la condanna nei confronti dell’azione unilaterale di Ankara e ha chiesto il ritiro delle forze turche. La Russia, in attesa martedì prossimo del bilaterale a Sochi tra il presidente Putin e l’omologo turco Erdogan, chiede ad Ankara dettagli sul cessate il fuoco. Forte, infine, la denuncia di Amnesty International: “L’esercito turco e i gruppi armati siriani sostenuti dalla Turchia hanno compiuto gravi violazioni dei diritti umani e crimini di guerra, tra cui esecuzioni sommarie e attacchi illegali che hanno causato la morte e il ferimento di civili”. Sono oltre 200mila gli sfollati dall’inizio dei combattimenti e restano i dubbi sull'uso effettivo da parte di Ankara dell'uso di armi chimiche. Esperti dell'Onu hanno annunciato che stanno raccogliendo informazioni in merito.
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