Tunisia al voto, il Paese fattore di stabilità per il Nord Africa?
Alessandro Guarasci – Citta del Vaticano
Oltre sette milioni di tunisini sono chiamati oggi a rinnovare i loro rappresentanti in Parlamento. Ad essere eletti, con il sistema proporzionale a liste bloccate e senza sbarramento, saranno in 217 parlamentari: 199 verranno scelti dai residenti in Tunisia e 18 dai tunisini all'estero. Domenica 13 ottobre invece si svolgerà il secondo turno delle presidenziali, con la sfida tra il giurista conservatore Kaies Saied ed il magnate Nabil Karoui, in carcere dal 23 agosto scorso per riciclaggio ed evasione fiscale. Il presidente della Repubblica, Mohamed Ennaceur, in un discorso televisivo ha lanciato un appello ai connazionali perché si rechino in massa alle urne. Forte è infatti il timore di un basso tasso di partecipazione al voto, (era stato del 45% al primo turno delle presidenziali).
"L'opinione pubblica nazionale e internazionale segue con interesse le elezioni tunisine, considerata la loro importanza e il ruolo decisivo per la Tunisia nei prossimi cinque anni," ha detto Ennaceur aggiungendo che se il primo turno delle presidenziali, il 15 settembre, si è svolto in buone condizioni, per il ballottaggio non si può dire la stessa cosa, considerato che uno dei candidati, appunto Nabil Karoui, è ancora in custodia cautelare preventiva.
Il portavoce del Segretario generale delle Nazioni Unite, ha detto che l’Onu segue “da vicino il processo elettorale in atto in Tunisia, ci complimentiamo per il successo dello svolgimento del primo turno delle elezioni presidenziali del 15 settembre, ma facciamo appello affinché le elezioni per il rinnovo del parlamento del sei ottobre e quelle per il secondo turno delle presidenziali siano pacifiche e trasparenti".
L’esperto dell’area e ricercatore dell’Ipsi Francesco Salesio Schiavi afferma che la “Tunisia può sembrare una democrazia fragile, ma il fatto che le istituzioni tengano è un richiamo per tutta la regione”.
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