Armi nucleari: la corsa delle grandi potenze
Federico Francesconi – Città del Vaticano
L’annuncio da parte degli esperti sulla pericolosità delle armi montate sul Belgorod arriva dopo soli due giorni dall’appello per il disarmo nucleare lanciato da Papa Francesco alla comunità internazionale, durante la sua visita a Hiroshima. La potenza nucleare delle testate Poseidon sul sottomarino russo Belgorod, rendono ancora più reale il pericolo denunciato dal Pontefice, che ha definito “immorale l’uso dell’energia nucleare ai fini di guerra” e ha condannato il solo possesso di armi atomiche, esortando i fedeli e i leader mondiali a impegnarsi per un mondo di pace.
Il sottomarino atomico che può causare uno tsunami nucleare
Il Belgorod è già operativo e ha partecipato a diverse manovre strategiche dopo il suo varo il 27 aprile dello scorso anno. Si tratta di un sommergibile enorme, lungo ben 178 metri. I sei siluri di profondità che dovrebbe montare, che portano l’altisonante nome di Poseidon, sono pensati per esplodere sott’acqua e, se scagliati contro una costa, potrebbero potenzialmente scatenare un’onda anomala radioattiva e – secondo gli esperti – potrebbero causare danni devastanti. Le testate sono in realtà ancora in fase di sviluppo e negli ultimi mesi si sono susseguite alcune complicazioni nei test per il loro utilizzo. Anche il Losharik, il “piccolo” sottomarino di supporto per le missioni di intelligence ancorato allo scafo del Belgorod, ha subito dei danni durante un test, a causa di un incendio scoppiato a bordo. Al momento la messa in campo operativa del Belgorod armato con le testate atomiche è prevista per il 2020, ma non è chiaro se questi incidenti rallenteranno l’inizio della sua attività.
Lo stato globale della guerra sottomarina
“Lo sviluppo di armi di questo tipo ha sempre anche una funzione propagandistica, sia esterna che interna. Nel caso di Putin e del Belgorod, serve ad esempio non solo a rimarcare il possesso di un’arma potentissima di fronte alle altre nazioni, ma anche a mostrare ai russi come il Paese stia progredendo nell’ingegneria militare.” Ce lo ha spiega Guido Olimpio, giornalista esperto di sicurezza per il Corriere della Sera. “Anche gli Stati Uniti stanno sviluppando tecnologie che tengono in qualche modo segrete – soprattutto, per quanto riguarda l’aviazione, con i test nel deserto del Nevada. Le grandi potenze si sfidano sia sul terreno, con armi convenzionali, sia tramite questo ‘mito’ del segreto e del possesso di un’arma superiore a tutte le altre”
Secondo Olimpio inoltre, bisogna prestare attenzione a tutto lo scenario globale e anche ai Paesi più piccoli, poiché “tutti cercano di dotarsi di armi – sebbene non nucleari – che sono in grado di fare danni enormi, anche di affondare delle portaerei. La guerra sottomarina, secondo le capacità e potenzialità di ogni Paese ovviamente, è un campo di sviluppo con un fattore di rischio più ampio di quanto si crede.”
Lo sviluppo di armi sottomarine nel resto del mondo
Sebbene non monti testate atomiche, gli Stati Uniti hanno stanziato fondi per la realizzazione entro la fine del 2019 dell’apparato sottomarino XLUUV, dotato di dodici bocche missilistiche per siluri da crociera e antinave. Ad esso sono accostati anche nuovi sottomarini più leggeri, pensati per missioni di intelligence e per agire in zone ristrette come il mar della Cina. Proprio la Cina – un po’ più indietro rispetto ai suoi “concorrenti” nello sviluppo di armi subacquee – sta continuando a sviluppare la propria flotta e si sta dotando di una sorta di “muraglia sottomarina”, pensata per contrastare i sommergibili statunitensi. Tra i Paesi più piccoli è da notare anche Israele, la cui flotta subacquea, secondo gli esperti, è molto perforante e potrebbe avere anche la potenza per affondare delle portaerei.
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