Brasile, la Corte Suprema scarcera l’ex Presidente Lula
Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
Dopo 19 mesi in carcere, con l’accusa di corruzione e riciclaggio di denaro, nella serata di ieri, poco prima delle 22 ora italiana, le 18 in Brasile, l'ex presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva ha lasciato la prigione di Curitiba. Vi era entrato il 7 aprile 2018, coinvolto nell'inchiesta Lava Jato, considerata la Mani Pulite verdeoro. L'ordine di scarcerazione ha seguito di poche ore la decisione della Corte Suprema di Brasilia, che, con 6 voti favorevoli e 5 contrari, decisivo quello favorevole del presidente del tribunale, Antonio Dias Toffoli, ha modificato la propria giurisprudenza stabilendo che un imputato possa essere privato della libertà solo dopo aver esaurito tutti i ricorsi possibili. L'ex presidente-operaio è già stato condannato in tre gradi di giudizio, ma può ancora ricorrere proprio alla Corte Suprema.
Lula: continuerò a lottare per il popolo brasiliano
Lula è uscito dal carcere con il pugno alzato, promettendo di "continuare a lottare per il popolo brasiliano", stringendo mani e abbracciando uno per uno i suoi sostenitori, militanti del Partito dei lavoratori, da lui fondato. Ha definito il presidente Jair Bolsonaro un "elitario" e ha accusato le autorità di "criminalizzare la sinistra". E’ apparso in buone condizioni fisiche, e pronto a difendere la sua causa e quella della parte del Paese che ha sempre creduto nella teoria del complotto giudiziario per metterlo fuori gioco. Quasi immediata la reazione del presidente venezuelano, Nicolas Maduro, secondo il quale "il popolo venezuelano è felice" per la liberazione di Lula. Paolo Gentiloni, commissario europeo per gli Affari economici, in un tweet, ha definito Lula “un grande presidente, che ha combattuto contro la povertà e per il riscatto del popolo brasiliano".
Eduardo Bolsonaro: liberano i banditi e disarmano i cittadini
Ma Lula dovrà affrontare anche detrattori come il deputato Eduardo Bolsonaro, figlio del Presidente della Repubblica, ed esponente di spicco del Partito social-liberale, di estrema destra, che poco prima del suo annunciato rilascio aveva scritto sui social: "Liberano i banditi e disarmano i cittadini, poveri brasiliani". Oltre a Lula, della decisione della Corte suprema potrebbero beneficiare altri 12 condannati nell'ambito dell’inchiesta Lava Jato, tra i quali anche l'ex ministro della Casa Civile ed ex braccio destro di Lula, José Dirceu.
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