Monsignor Crociata: il dialogo tra le fedi fa crescere l'unità europea
Chiara Colotti – Città del Vaticano
Sette minuti a testa per rispondere ad ognuna delle quattro domande formulate dagli studenti della Scuola Sinderesi, il think tank impegnato su tematiche socioeconomiche e politiche affrontate alla luce della Dottrina sociale della Chiesa. Gli interpellati sono stati David Maria Sassoli, presidente del Parlamento europeo, monsignor Mariano Crociata, vice presidente della Commissione degli episcopati dell'Unione Europea (Comece), insieme ad Hans-Gert Pottering, presidente emerito del Parlamento europeo. Si è trattato non solo di un convegno a conclusione del lavoro di studio dei 60 giovani ricercatori della Scuola ma anche di una preziosa occasione di approfondimento e confronto.
Nazionalismi e società europea
Il primo a prendere la parola è stato Sassoli che ha sottolineato l’unicità dello spazio europeo, “uno spazio unico al mondo in cui i nostri Paesi sono sotto esame per quanto riguarda lo stato di diritto”. “Eppure - osserva - ci manca qualcosa. Per 70 anni abbiamo costruito l’Unione Europea, ma abbiamo capito che non l’abbiamo ancora ultimata”. Quello che manca, spiega Sassoli, è “il legame tra cittadini e istituzioni europee”, spesso percepite ancora troppo distanti e avulse dalla quotidianità degli europei. Per il presidente del Parlamento europeo, si può rimediare ridando una prospettiva all’Europa, "non solo per proteggere gli standard di vita degli europei, ma anche per essere utili al mondo intero”. Per monsignor Crociata, “la sfida più grande" è "la tentazione degli egoismi nazionali in un clima di globalizzazione che deve essere gestita e governata". Forse - rimarca Crociata nella nostra intervista - si deve riuscire a "mantenere la propria identità senza chiudersi nel proprio particolare”.
Le religioni nel contesto europeo
“Le fedi - afferma Monsignor Crociata - hanno una presenza trasversale. La capacità di creare coesione al proprio interno diventa infatti una trama che serve all’unità dell’Europa e dei popoli europei”. In questo contesto, “il rapporto tra loro diventa determinante”. “Credo - afferma Crociata - che in Europa ci sia una relazione costruttiva, positiva, un dialogo tra le religioni che va rafforzato e che permette all’unità europea di crescere”.
Garantire la solidarietà economica
Alla domanda sulla possibilità di creare un sistema centrale in grado di garantire solidarietà economica tra gli Stati dell'Ue, Sassoli riconosce che è ancora lunga la strada ma “molto già è stato fatto”. “Abbiamo dato più poteri alla Banca Centrale, ma abbiamo molto da fare nel cercare di omologare le politiche fiscali in quanto le diversità, in questo ambito, tra i Paesi generano profonde disuguaglianze”. Su questo fronte, “le buone politiche prodotte dal consenso” vengono in aiuto all’Unione Europea.
Europa e migrazioni
Riguardo al fenomeno migratorio, monsignor Crociata sottolinea che "alimenta un clima sociale generalizzato di paura di fronte al futuro che ha radici più profonde riconducibili alla globalizzazione. Con la globalizzazione - afferma ancora - alle vecchie disuguaglianze se ne sono aggiunte di nuove insieme ad un senso di disorientamento e di panico che il fenomeno migratorio polarizza in maniera non del tutto razionale”. La paura, secondo il vice presidente Comece, ha cause e dimensioni culturali e spirituali che derivano innanzitutto "dalla mancanza di conoscenze, di dialogo, di scambi interpersonali e dalla perdita di senso sperimentata da molte persone". Come allora affrontare un fenomeno così complesso? “Intraprendendo - conclude il vice presidente della Comece - un percorso virtuoso lungo il quale si consolidi l’intreccio tra iniziativa politica ed economica, educazione e cultura, capacità di governare e indirizzare i processi sociali molecolari di integrazione vitale”.
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