Il grido di Haiti. La testimonianza di una missionaria fidei donum
Benedetta Capelli – Città del Vaticano
“Da luglio 2018 il Paese a più riprese affronta gravi disordini interni, atti di violenza e vandalismo sempre più gravi e prolungati che sono sfociati dalla metà di settembre in quella che non esito a definire una palese guerra civile. Siamo in guerra. Siamo nel caos”. A lanciare l’allarme per Haiti, che 10 anni fa conobbe gli effetti di un devastante terremoto con oltre 300mila morti, è una missionaria fidei donum, laica, della diocesi di Genova. Maddalena Boschetti, da 17 anni tra i poveri dell’isola caraibica, lancia il grido di allarme di una popolazione che il mondo e le reti di informazione sembra abbiano dimenticato. Lo fa inviando una lettera nella quale c’è la fotografia delle ingiustizie della terra ma c’è pure la speranza nel Signore della vita che mai tradisce le attese.
Haiti nel caos
Nei giorni scorsi anche le Nazioni Unite hanno espresso preoccupazione per quanto sta accadendo. Il presidente Jovenel Moïse, al potere dal 2017, non intende dimettersi nonostante le proteste innescate dal carovita, dalla penuria di carburante, dalla carenza di cibo e l’aumento vorticoso dei prezzi. Dalla missione di Mare-Rouge, nel nord-ovest di Haiti, “davanti Guantanamo”, Maddalena spiega che i disordini che hanno investito Pourt-au-Prince non sono arrivati ma qui si vivono tutti i disagi dell’isolamento in cui è costretta la capitale, impossibile da raggiungere perchè i gruppi criminali che operano chiedono tangenti per entrare in città. Fiorisce il mercato nero, la benzina è arrivata a costare 5 volte di più, il prezzo del riso, piatto base, è triplicato e non c’è contante, le banche elargiscono pochi soldi al giorno.
Accanto alle vittime dello scarto
Maddalena racconta ancora che la sua missione rientra nelle statistiche impietose su Haiti. Il 64% della popolazione, infatti, non ha accesso alla corrente elettrica, il 43% all’acqua ma a Mare-Rouge attingono alle fonti grazie ad un acquedotto costruito da missionari italiani e alle cisterne dove si raccoglie acqua piovana. Drammatica la situazione nelle scuole, nella sua missione i bimbi hanno iniziato l’anno ma nel resto del Paese è tutto bloccato. Il 23% degli haitiani sono analfabeti, il 60% vive con meno di due dollari al giorno, il 25% invece con un dollaro e 25 centesimi ovvero la soglia dell’estrema povertà. Infine solo il 28% della popolazione ha accesso ai servizi sanitari ma ora la situazione è sotto controllo perché i farmaci non arrivano. “Noi ci occupiamo di bimbi con handicap, considerati uno scarto – spiega Maddalena – perché la disabilità è connotata negativamente. I bambini non hanno valore ma noi stiamo lavorando tanto sul fronte della dignità della persona. Qualcosa si muove”.
Il dramma delle donne malate di mente
“Mancano i farmaci per l’epilessia – aggiunge la missionaria italiana – nel tempo con le medicine abbiamo stabilizzato molte persone ma ora tutto scarseggia e quindi le persone sono fuori controllo, vivono per strada e diventano violente. Qui si considera la malattia mentale come una possessione, chi soffre di questo viene percosso o messo sui ceppi”. “Le donne malate di mente che vagano sporche e nude sulla strada sono abusate, oggetto continuo di violenze, daranno alla luce i loro figli sulla strada”.
I bambini, il volto con cui il Signore mi guarda ogni giorno
Nel raccontare il suo impegno quotidiano, Maddalena spiega di aver avuto una vocazione adulta e di aver accolto “la rivoluzione copernicana” che il Signore ha operato in sé. “Ho 56 anni e solo 20 anni fa ho iniziato a chiedere con insistenza a Dio cosa volesse da me, dove mi potevo mettere a servizio, in che modo potessi essere al fianco di chi non aveva nessun altro. La risposta è arrivata dai bambini che assistiamo insieme alle loro famiglie, loro sono il senso della mia chiamata, il volto con cui il Signore ogni giorno mi guarda”. “Cammino con loro – spiega – non mi fanno sentire sola, mi danno una gioia profonda, con loro ho attraversato dure prove come il terremoto, i cicloni, la guerra civile ma siamo comunità”. Accanto a Maddalena Boschetti c’è Madian Orizzonti – Missioni Camilliane e due professori dell’università di Genova che gratuitamente hanno formato degli operatori locali insegnando le tecniche di fisioterapia. Si sta costruendo, grazie alla Conferenza episcopale italiana, una nuova sede per ospitare le attività che coinvolgono bambini disabili e famiglie.
Bisogna che qualcosa cambi
Questa frase pronunciata da Giovanni Paolo II a Port-au-Prince il 9 marzo 1983 è quello che Maddalena e la sua comunità ripetono ogni giorno, confidando nella Provvidenza e nell’amore verso gli altri. Nella lettera nella quale la missionaria ha fatto conoscere le difficoltà di Haiti, lei scrive più volte che “condividere la vita di chi soffre non è facile, ci si riduce all’essenziale ma questo non significa non sentirsi felici di vivere”. Ricordando la parabola del Buon Samaritano, Maddalena spiega che “solo chi si ferma per soccorrerlo, spinto da compassione, da straniero si trasforma in prossimo. L’uomo a terra, inerme nella sua fragilità, è haitiano, italiano, emigrante, rifugiato, assassino, santo”. Un momento difficile per Haiti – aggiunge - che “ci chiede di proclamare con ancora più forza interiore la nostra fede nel Signore della vita, non lasciamoci derubare della gioia profonda, della speranza e dell’amore che siamo chiamati a portare nel mondo. Gesù Cristo è il Signore. Ha già vinto”.
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