Italia-Libia, presto modifiche al memorandum sui migranti
Alessandro Guarasci-Città del Vaticano
Italia e Libia si confrontano su come gestire il flusso dei migranti che dall’Africa arriva in Europa. Il governo italiano ha chiesto la convocazione della commissione italo-libica prevista dall'articolo 3 del memorandum d'intesa con la Libia sull'immigrazione illegale. Obiettivo: migliorare lo stesso memorandum sul fronte dei diritti umani.
Maggiore vigilanza da Unhcr e Oim
In occasione della riunione della commissione, verrà chiesto di permettere all'Unhcr e all'Oim "una maggiore vigilanza" sui centri per i migranti in Libia per garantire un migliore rispetto dei diritti umani. Comunque, l’intenzione non è cancellare il memorandum ma migliorarlo, perché secondo il governo italiano l’intesa ha permesso di arginare il flusso di migranti verso l’Europa. Il memorandum venne firmato il 2 febbraio del 2017 dall'allora premier Paolo Gentiloni e dal presidente del Consiglio presidenziale libico Fayez Serraj.
Tratte in salvo 200 persone in mare
Intanto proseguono i salvataggi in mare. Si sono concluse a Taranto le operazioni di sbarco degli 88 migranti tratti in salvo nei giorni scorsi, a bordo della Alan Kurdi . Stessa situazione a Pozzallo dove questa mattina sono sbarcati 151 migranti soccorsi al largo delle coste libiche dalla nave Asso Trenta, che opera come supporto alle piattaforme petrolifere nel Canale di Sicilia. Tra i profughi, in gran parte provenienti da paesi dell'area subsahariana ma anche da Siria e Bagladesh, anche 15 donne, una delle quali incinta, e nove minori. Ora i profughi si trovano nell'hot spot per un totale di circa 200 presenze. Secondo Alarm Phone, il servizio telefonico dedicato alle persone in difficoltà in mare i miganti che scappano dalla Libia non possono esservi riportati, c'è bisogno dell'accoglienza in Europa.
Sos Mediterranee e Christopher Hein chiedono sostanziali modifiche
Su questo fronte è critica l’associazione Sos Mediterranee, secondo la quale “l'Italia continuerà a formare, equipaggiare e finanziare la guardia costiera libica per intercettare le imbarcazioni in difficoltà e riportare le persone in Libia. Abbiamo ascoltato tante storie su cosa passano queste persone in Libia, che sono davvero al limite dell'immaginabile”. Per Christopher Hein, esperto di immigrazione, già direttore del Centro Italiano Rifugiati, e docente all'Università Luiss, “l’accordo deve prevedere innanzitutto l’abolizione dei centri di detenzione in Libia. E comunque sarebbe meglio che l’intera questione fosse affrontata dall’Unione Europea”.
Ultimo aggiornamento 03.11.2019 ore 15.26
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