Nicaragua: la chiesa di Masaya ancora sotto assedio
Elvira Ragosta – Città del Vaticano
Da quasi una settimana la chiesa di San Miguel Arcangel di Masaya è sotto assedio da parte delle forze di polizia. All’interno ci sono una decina di donne, sono le madri di ragazzi in carcere, che si erano riunite per una veglia di preghiera e una protesta pacifica per chiedere la liberazione dei loro figli. Con loro c’è il parroco, padre Edwin Romàn, le cui condizioni di salute destano preoccupazione: è malato di diabete, ha terminato le scorte di insulina e non è consentito fargliene portare.
Violenze contro i fedeli
A Managua, altre madri, che si erano riunite nella cattedrale per iniziare uno sciopero della fame, sono state aggredite dai paramilitari, che hanno occupato la cattedrale per alcune ore. Un sacerdote e una suora, nel tentativo di impedirlo, sono stati picchiati. “Il governo di Ortega ha iniziato un nuovo giro di vite. In un paese in cui ogni forma di manifestazione pacifica è proibita, le persone molto spesso cercano altre forme di iniziative per chiedere il rilascio dei detenuti politici, che sono ormai 158” afferma ai nostri microfoni Lucia Capuzzi, giornalista di Avvenire ed esperta di America Latina, che sui i motivi di questa ostilità nei confronti delle Chiese aggiunge: “Il governo ha molta paura, vista l’ondata di proteste in tutta l’America Latina, di finire travolto da queste proteste. La Chiesa è considerata uno spazio sicuro in cui anche gli oppositori vengono protetti. In questo senso viene considerata ostile dal governo”.
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