Lo chef dei poveri, a lui l’onorificenza del presidente Mattarella
Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano
Da oggi saranno cavalieri, commendatori o ufficiali, perché esempio di dedizione al bene comune, perché impegnati nella tutela dei minori, nella promozione della cultura e della legalità, per le attività in favore della coesione sociale, dell'integrazione, della ricerca e della tutela dell'ambiente. Per questi e altri motivi, il presidente Mattarella, per la quinta volta dall’inizio del suo mandato, ha premiato con l’onorificenza al merito della Repubblica italiana 32 persone, di tutte le età, italiani e stranieri, uomini e donne, laici e religiosi. Tra loro suor Gabriella Bottani, comboniana, coordinatrice di Talitha Kum, rete internazionale contro la tratta di esseri umani, nata dall’impegno dell’Unione Internazionale delle Superiore Generali, e il novantenne monsignor Filippo Tucci, rettore della chiesa di San Rocco a Roma, da decenni riferimento per i poveri del centro storico che lì possono trovare sostegno spirituale e materiale.
Lo chef dei poveri e i suoi 300 volontari
A favore dei bisognosi ha speso la vita anche Dino Impagliazzo, 89 anni, conosciuto come lo ‘chef dei poveri’, che, sempre nella città di Roma, garantisce attraverso l’associazione da lui fondata ‘RomAmor’, e con l’aiuto di 300 volontari, pasti per oltre 250 indigenti al giorno, oltre a vestiario, calzature, prodotti per l’igiene personale e anche assistenza sanitaria e legale. Per Impagliazzo è stata una grande gioia ricevere questo riconoscimento, sebbene – confessa lui stesso – all’inizio avesse pensato che la telefonata della segreteria del presidente “fosse una presa in giro”. “Questa cosa mi ha riempito di gioia – aggiunge – non tanto per me quanto per tutti i volontari che sono con me, siamo diventati tutti commendatori, è l’associazione dei commendatori, perché da solo non avrei potuto fare nulla”.
L’importante è essere vicini a chi è nella sofferenza
Finalmente, è la riflessione di Impagliazzo, “si comincia a capire che l’essenza del cristianesimo è: ama Dio, ama il prossimo. I cristiani che sono più vicini alla Chiesa questa cosa stanno cominciando a capirla. Il Papa ci sta facendo andare su questa strada qua”. Nell’associazione 'RomAmor' si possono incontrare volontari di altre fedi, o anche atei, perché il discorso che vale per tutti, conclude Impagliazzo, “è quello dell’altro. Tra tutti i volontari c’è questo in comune: l’essere utili a chi è nella sofferenza”.
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