Cile, un piano economico del governo per frenare la crisi
Elvira Ragosta – Città del Vaticano
Aumento della Spesa pubblica, assistenza alle piccole e medie imprese, ricostruzione della metropolitana di Santiago e creazione di 100mila nuovi posti di lavoro. Questa la risposta messa in cantiere dal governo cileno per far fronte alla crisi economica, sociale e politica del Paese che dallo scorso 18 ottobre è teatro di proteste. Le manifestazioni, scoppiate contro l’aumento del prezzo dei biglietti della metropolitana, sono poi diventate il mezzo di rivendicazione di uguaglianza sociale.
La situazione economica nel Paese
L'annuncio del governo è arrivato lo stesso giorno in cui la Banca centrale cilena ha annunciato un forte calo del 3,4% dell'attività economica del Paese, la peggiore performance rispetto a quella registrata nel 2009. Per frenare il crollo del peso, colpito dalla crisi, l’Istituto bancario centrale a fine novembre ha annunciato un’iniezione di liquidità di 20 miliardi.
Per frenare la crisi serve la fine delle violenze, il dialogo e nuova leadership
“C’è speranza che questo piano possa servire – dice padre Felipe Herrera, officiale del Dicastero per la Comunicazione dei media vaticani - perché abbiamo visto come è crollato il livello dell’economia, nonostante tutti sappiamo che se violenza e saccheggi non termineranno, questo non servirà a nessuno. Oggi il problema non sono tanto le manifestazioni, ma la violenza nelle strade”. Padre Felipe sottolinea anche la necessità del dialogo, senza il quale non ci sarà una soluzione, e di una nuova leadership: “Per frenare la violenza serve identificare dei leader - aggiunge- questo è un problema sociale ma anche una crisi politica”.
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