Dire basta alla corruzione: un impegno per tutti i cittadini nel mondo intero
Roberta Gisotti – Città del Vaticano
“La corruzione avvilisce la dignità della persona e frantuma tutti gli ideali buoni e belli. Tutta la società - scrive Francesco nel tweet - è chiamata a impegnarsi concretamente per contrastare il cancro della corruzione che, con l’illusione di guadagni rapidi e facili, in realtà impoverisce tutti”.
Guterres: uniti contro la corruzione
“Uniti contro la corruzione per lo sviluppo, la pace e la sicurezza”. E’ il tema scelto dalla Nazioni Unite per la Giornata 2019 contro la corruzione, un male endemico e pervasivo che mina istituzioni pubbliche e private in ogni Paese. “Esorto le persone di tutto il mondo - è l’appello di Antonio Guterres, segretario generale dell’Onu– a continuare a lavorare per trovare soluzioni innovative per vincere la battaglia contro la corruzione e per assicurare che le preziose risorse servano i popoli del mondo”. “L'evasione fiscale, il riciclaggio di denaro sporco e altri flussi illeciti – spiega Guterres - sottraggono le risorse necessarie a scuole, ospedali e infrastrutture essenziali; fondi che sono essenziali per promuovere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile”, da raggiungere entro il 2030.
Miliardi di dollari sottratti alle comunità
“Le persone hanno ragione ad essere arrabbiate. La corruzione minaccia il benessere delle nostre società, il futuro dei nostri figli e la salute del nostro pianeta. Deve essere combattuta da tutti, per tutti”. Basti dire, denuncia il segretario generale dell’Onu che ogni anno la corruzione sottrae al circuito economico legale 2 mila miliardi e 600 milioni di dollari, pari ad oltre il 5% del Prodotto interno lordo (Pil) globale. “Dobbiamo unirci contro la corruzione – ammonisce Guterres - per fermare il drenaggio delle risorse causato dai flussi finanziari illeciti. La Convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione, ratificata da quasi tutti i Paesi del mondo, ci dà i mezzi per rafforzare il nostro impegno ad affrontare questo problema”.
Nuove tecnologie per combattere il crimine
“Negli ultimi 15 anni sono stati compiuti notevoli progressi nel criminalizzare la corruzione e nel recupero e restituzione dei beni rubati”, rassicura Yuri Fedotov, direttore generale dell’Unodc, l’Agenzia dell’Onu per il controllo della droga e la prevenzione del crimine ma la strada è ancora lunga da percorrere per “sradicare la corruzione e promuovere il buon governo se vogliamo mantenere la promessa globale di non lasciare indietro nessuno”. “Dobbiamo cogliere tutto il potenziale di innovazione nella lotta alla corruzione, sfruttando la tecnologia per monitorare, segnalare, sensibilizzare e contrastare coloro che la sfruttano per rendere possibili i loro crimini”.
Il ruolo dei cittadini per prevenire
Ma cosa può fare il cittadino onesto chiamato ad attivarsi contro la corruzione, se questa pratica fa parte di sistemi e di costumi sociali radicati? Può giocare un ruolo davvero importante, sostiene Davide Del Monte, direttore in Italia di “Transparency International”, la più grande organizzazione a livello globale dedicata a prevenire e contrastare la corruzione, fondata Berlino nel 1993 e diffusa oggi in oltre 100 Paesi.
R. - Anche per noi la parola d'ordine di quest'anno è ‘uniti’, che non vuol dire solo come cittadinanza ma uniti come politica, imprese, società civile. La corruzione è un male che solo tutte le forze insieme ed unite possono sconfiggere. Noi come “Transparency” stiamo cercando di coinvolgere sempre di più la cittadinanza nelle nostre attività, in particolare per quello che riguarda ciò che chiamiamo monitoraggio civico. Ovvero far diventare il cittadino la prima ‘sentinella’ per tutte le questioni legate agli appalti pubblici. Abbiamo in Italia un progetto sperimentale per cui stiamo appunto monitorando due grandi appalti pubblici, uno in Sardegna ed uno in Lombardia, e chiediamo proprio il supporto delle associazioni locali, della cittadinanza per aiutarci a controllare che tutto il percorso dell'appalto vada nel migliore dei modi.
“Transparency International” ogni anno stila un indice della percezione della corruzione nei vari Paesi del mondo: quale legame c'è tra percezione e realtà di corruzione?
R. - Ovviamente la percezione non è uguale alla realtà. Ma per alcuni fenomeni sociali, con risvolti anche economici, la percezione spesso conta più della realtà. Pensiamo, ad esempio, alle realtà di criminalità o d’immigrazione in cui la percezione ha un peso così fondamentale. Questo perché? Perché chiaramente il cittadino vive il suo stato, il suo Paese per come lo percepisce, quindi può sembrare paradossale ma poco importa se l'Italia è tanto o poco corrotta, oggettivamente. Importa però che chi ci vive e anche ci investe lo percepisca con un Paese tutt'altro che trasparente. D'altra parte questo non esclude il fatto che l'Italia non sia poi anche oggettivamente, purtroppo, un Paese molto corrotto.
Quest'anno l’Onu ci dà una cifra spaventosa dei soldi mobilitati nei giri della corruzione. Ecco forse anche questa dimensione deve essere chiara: che i soldi sottratti con la corruzione penalizzano tutti, soprattutto le persone più povere e deboli?
R. - Miliardi di dollari che vengono sottratti soprattutto ai cittadini di quei Paesi che ne hanno più bisogno, specie nel Sud del mondo. E’ lì che veramente le risorse vengono drenate, dove invece dovrebbero essere investite per migliorare la vita di quei cittadini e spesso proprio per mitigare dei problemi che per noi sono molto lontani ma che in Paesi, come ad esempio nell'Africa subsahariana, sono presenti nella quotidianità: la fame, le malattie, la mortalità infantile. Pensiamo che questi soldi sono sottratti alla risoluzione di questi problemi drammatici. Tra pochi giorni, dal 16 al 20 dicembre, si terrà la Conferenza dei Paesi parte della Convenzione Onu contro la corruzione. Si terrà ad Abu Dhabi e verranno discussi tutti questi aspetti ed in particolare il tema della corruzione internazionale: cioè, proprio quel fenomeno che drena le risorse dai poveri per portarli nelle banche dei Paesi ricchi e in particolare dei ‘paradisi’ fiscali; si occuperà quindi delle modalità con cui questi grandissimi corruttori, grandissimi evasori, sfruttano le normative - a volte troppo lasche – a livello internazionale per far transitare i capitali, ripulirli attraverso i sistemi bancari di società offshore e metterli in queste ‘zone franche’ per poterne godere in maniera assolutamente ‘privata’ e nascosta alla luce del giorno.
#IACD2019
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui