Natale a tavola con gli ultimi, i preferiti di Dio
Benedetta Capelli – Città del Vaticano
Tutti intorno ad un tavolo, emblema della famiglia, per festeggiare insieme la venuta di Gesù Bambino. La tradizione del pranzo di Natale viene ripetuta dalla Comunità di Sant’Egidio da circa trentasei anni, da quando il 25 dicembre 1982, un piccolo gruppo di senza dimora e anziani mangiò insieme nella Basilica di Santa Maria in Trastevere, nel cuore di Roma.
Un pranzo “diffuso”
Una tradizione che con gli anni è cresciuta ed ha “contagiato” altri luoghi della città, le periferie, le case della Comunità, più di 20 istituti di anziani. Si è allargata, oltrepassando i confini, e ad oggi – riferiscono da Sant’Egidio – sono previsti circa 240mila ospiti in oltre 70 Paesi di tutti i continenti: circa 60 mila in un centinaio di città italiane.
Cene itineranti e in carcere
Già stasera sono previste delle “Cene di Natale itineranti”, presso le stazioni e nei luoghi abituali di vita delle persone senza dimora. Il 26 dicembre è in programma un pranzo nel carcere di Regina Coeli e nei giorni seguenti in altri luoghi di reclusione: Rebibbia, Casal del Marmo a Roma e a Frosinone, Avezzano, Viterbo, Civitavecchia, Latina, Paliano, Velletri.
Nessuno escluso
“Lo facciamo – si legge in un comunicato - perché nessuno sia escluso: una grande tavolata capace di mettere insieme tante persone diverse tra loro. Un Natale per tutti. In un tempo in cui si parla e si vive troppo spesso all’insegna della contrapposizione e dello scontro vogliamo offrire un’immagine che è già realtà in tante parti del nostro Paese e rappresenta il volto umano delle nostre città italiane”. Una “festa della generosità” che, nell’auspicio della Comunità, sia sempre più aperta, da vivere ogni giorno dell’anno.
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