Pakistan, l'ansia dei genitori di Huma: "Francesco, aiutaci"
Alessandro De Carolis – Città del Vaticano
Stanno bussando a tutte le porte pur di riavere la loro figlia. E non hanno esitato a farlo anche a quella del Papa. “Al Santo Padre Francesco” i genitori di Huma Younas – la giovanissima cristiana rapita due mesi fa in Pakistan – chiedono aiuto in un video che i media nel mondo stanno rilanciando. La preoccupazione della mamma e del papà della ragazzina, convertita forzatamente all’islam e data in sposa a uno dei sequestratori, aumenta ogni giorno e l’idea è di coinvolgere la comunità internazionale che tanto ha inciso sulla soluzione della vicenda di Asia Bibi.
Nessuna risposta
Huma ha appena 14 anni ed è con ogni probabilità finita vittima nel traffico lucroso di esseri umani, di donne in particolare, messo in piedi da criminali cinesi e pakistani, una ventina dei quali condannati a piede libero lo scorso settembre secondo quanto affermato dall’Agenzia investigativa del Pakistan. Il caso di Huma è seguito dall’avvocatessa Tabassum Yousaf per conto dell’arcidiocesi di Karachi. La legale riferisce che già cinque ricorsi al tribunale di Karachi non hanno sortito effetto. E al dramma si è aggiunta di recente la beffa di un ricorso fatto dagli stessi rapitori, che pretendono che l’Alta Corte liberi la ragazza dalla patria potestà dei genitori sostenendo che sia maggiorenne. Huma però è nata nel 2005 ed è solo un’adolescente che vorrebbe fare la vita dei suoi coetanei.
Appello corale
Nel video in cui i genitori di Huma chiedono la solidarietà a Papa Francesco, si rivolgono anche alla comunità internazionale nel suo insieme e alle autorità del loro Paese, dal capo del governo a quello delle Forze armate, e in particolare a Bilawal Bhutto Zardari, politico e figlio della scomparsa ex premier pakistana Benazir Bhutto. Ogni aiuto che riporti Huma fra le loro braccia non ha prezzo.
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