Regno Unito al voto in chiave Brexit
Giancarlo La Vella – Città del Vaticano
Le elezioni politiche di domani in gran Bretagna sono una sorta di referendum sulla Brexit targata Boris Johnson, favorevole ad un’uscita “no deal”, a gennaio 2020, del Regno Unito dall’Unione Europea, cioè senza un accordo che definisca i nuovi rapporti con Bruxelles e i 27 Paesi. Sono consultazioni sulle quali è puntata l’attenzione di tutto il vecchio continente. I cittadini britannici sono, dunque, chiamati alla scelta del traghettatore della Brexit. I sondaggi danno in vantaggio il premier uscente, il conservatore Boris Johnson, accreditato di un 43% dei consensi. Tuttavia, risultano in ascesa le simpatie per il leader laburista, Jeremy Corbyn, sinora fermo al 33%. Ma, mai come questa volta, i sondaggi potrebbero essere bugiardi di fronte ad una scelta definitiva per la Gran Bretagna.
Johnson – Corbyn: due visioni diverse della Brexit
Secondo Fulvio Scaglione, esperto di questioni internazionali, potrebbero esserci due Brexit diverse. In effetti, afferma Scaglione, non è del tutto giusto dire che il leader conservatore sia del tutto favorevole ad un’uscita senza accordo con Bruxelles, dato che nei mesi scorsi erano intercorsi colloqui tra le parti per sistemare le tappe di un evento che nessuno vuole sia troppo traumatico. Più incerta la posizione del laburista Corbyn, che parla di un nuovo referendum e che, di fatto, deve ancora rendere noti tutti i punti della sua idea di Brexit.
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