Bolivia: il Consiglio dei Laici invita Evo Morales a non provocare conflitti sociali
Alina Tufani - Città del Vaticano
"Esortiamo l'ex Presidente Evo Morales – scrive il Consiglio - ad astenersi dal provocare conflitti sociali che rischiano di rompere l'armonia della Bolivia". I laici cattolici boliviani si riferiscono alle dichiarazioni di Morales che avrebbe sollecitato la creazione di milizie armate popolari simili a quelle venezuelane anche se giovedì scorso l'ex Presidente ha ritrattato le sue dichiarazion. Ma per il governo di transizione e per diversi settori della società, le sue parole costituiscono una minaccia alla stabilità del Paese.
Operazioni militari preventive in vista dalla Giornata nazionale boliviana
La tensione politica e sociale in Bolivia è aumentata ancora di più quando giovedì scorso, il governo ha militarizzato le strade, in un'operazione congiunta delle forze armate e della polizia, volta a contenere i possibili conflitti in vista della celebrazione, il prossimo 22 gennaio, della Giornata nazionale della Bolivia. L'azione del governo di transizione è stata vista come una minaccia da parte dei diversi gruppi sociali, in particolare i coltivatori di coca che hanno indetto marce per "difendere la democrazia" in diverse città del Paese. Allo stesso modo, i simpatizzanti del Mas hanno chiesto che il mandato ad interim della Presidente Jeannine Áñez termini in quella data, nonostante che la Corte costituzionale le consenta di rimanere in carica fino a maggio, quando si terrà il primo turno delle elezioni. Il ministro della Difesa ad interim Luis Fernández López ha riferito che le operazioni militari preventive, che dureranno fino al 24 gennaio, hanno lo scopo di dare pace e tranquillità a tutta la popolazione.
Il Consiglio dei laici invita a pregare per la pace e la riconciliazione
In questo contesto, il Consiglio dei Laici boliviani chiede anche al governo di transizione di portare avanti le sue azioni, sulla base delle leggi in vigore, nel rispetto dei diritti fondamentali degli individui, "dove ogni cittadino è trattato allo stesso modo e senza eccezioni, per garantire lo Stato di diritto che è stato violato dal governo precedente". Dopo aver riaffermato il loro "diritto costituzionale a partecipare alla politica", tutelato dalla legge della libertà di culto e aver rinnovato il loro "impegno, sostegno e lavoro per la pace e l'unità", i laici boliviani invitano "tutti a rimanere vigilanti e a pregare affinché la pace e il dialogo possano regnare, come si addice a qualsiasi missionario impegnato nella riconciliazione tra fratelli".
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