Corridoi umanitari: accolta a Milano una famiglia siriana
Marina Tomarro - Città del Vaticano
“Benvenuti”. Con questo cartello è stata accolta oggi pomeriggio a Milano una famiglia di sette persone, i genitori, quattro figli e un parente, giunta dalla Siria in Italia grazie ai corridoi umanitari promossi dalla Comunità di Sant’Egidio, in collaborazione con l'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (UCEI) e dalla Comunità Ebraica di Milano che li ospita. La famiglia, di religione musulmana, è arrivata all'aeroporto di Fiumicino di Roma con un volo Alitalia e proviene da Aleppo, storicamente città della convivenza tra religioni diverse, che da nove anni soffre la tragedia della guerra, dopo un periodo nei campi profughi in Libano. Attualmente sono oltre 2400 i profughi accolti con i corridoi umanitari in Italia, siriani in fuga dal conflitto e rifugiati dal Corno d'Africa. Il progetto è in corso anche in Francia, Belgio e Andorra.
Farli sentire come a casa
“Abbiamo cercato di accogliere queste persone nella maniera più calorosa possibile – racconta Milo Hasbani, presidente della Comunità Ebraica di Milano - Qualche giorno fa, siamo andati nell’appartamento dove abiteranno per prepararlo. Lo abbiamo riempito con ciò che poteva servire loro, dai generi alimentari a quelli igienici e di utilizzo personale, perché li dentro si devono sentire a casa. Adesso li aiuteremo ad inserirsi: i ragazzi nelle scuole, e i grandi nel lavoro, perché piano piano si integrino nella nostra città”.
Costruire ponti di pace insieme
Fondamentale è stat la collaborazione tra la Comunità di Sant’Egidio e la Comunità Ebraica, che va ad ampliare l'alleanza tra comunità di credenti che dal 2016, di fronte alla guerra e all'immigrazione, si sono unite per far nascere ponti di pace. "In un clima segnato dalla logica dei muri e dell'antisemitismo crescente – spiega Giorgio Del Zanna, responsabile milanese della Comunità di Sant'Egidio - una risposta efficace è l'amicizia solidale di comunità di credenti che si uniscono per costruire ponti: è in questo spirito che ebrei e cristiani accolgono questa famiglia musulmana".
Accoglienza non indifferenza
Questa iniziativa è inserita in un percorso di solidarietà verso chi ha bisogno, che da diversi anni coinvolge, in un lavoro di rete, le comunità ebraiche di Firenze, Torino e Milano. “Per questo caso – continua il presidente della Comunità ebraica milanese - abbiamo coinvolto varie associazioni ebraiche, come il Bene Berith, l’AME, l'associazione Federica Sharon Biazzi Onlus e i movimenti giovanili della Comunità Ebraica Hashomer Hatzair e Benè Akiva, tutte con un grande bagaglio di esperienze nel campo del volontariato.” E la parola accoglienza assume un significato particolare. “Nella Giornata della Memoria - sottolinea Hasbani – sono state messe in evidenza due parole apparentemente non connesse tra loro: accoglienza e indifferenza. Per tutti noi accoglienza non è girarsi dall’altra parte, ma dare una mano a chi oggi arriva da lontano, come è successo a tanti di noi molti anni fa”.
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