Il Forum di Davos, la Centesimus Annus: più attenzione a persona e ambiente
Alessandro Guarasci - Città del Vaticano
Al vertice di Davos si confrontano capi di stato e di governo, finanzieri, industriali, economisti. Il direttore generale del Fondo monetario internazionale, Kristalina Georgieva, ha affermato che “sul cambiamento climatico tutti quanti devono agire. Il Fondo Monetario Internazionale deve favorire politiche di bilancio che diano sostegno a economie a emissioni zero, e identificando i rischi collegati al clima nel settore finanziario”. Per il Presidente degli Usa Donald Trump, intervenuto questa mattina, “l'America sta vincendo di nuovo, come mai prima. Stiamo cercando di creare un'economia più inclusiva". In un Messaggio Papa Francesco invita a superare l’individualismo e avere l’obbligo morale di prendersi cura l’uno dell’altro.
L’economista Giovanni Marseguerra, coordinatore del comitato scientifico della Fondazione Centesimus Annus, afferma che “la nostra economia in questo momento è in profonda evoluzione. Il tema della sostenibilità ambientale e umana, cioè verso la natura e verso le persone, è diventato un tema cruciale, anche in conseguenza della fondamentale enciclica Laudato si' di Papa Francesco. Adesso bisogna riuscire a coniugare questo capitalismo globale che promuove l'esclusione e lo scarto con principi più attenti alla persona e all'ambiente”.
Professore, a Davos si discute di economia mondiale. Rincorriamo sempre la crescita del PIL, le disuguaglianze però a livello mondiale rimangono
R. - Purtroppo noi usciamo da un periodo in cui il mito del PIL della crescita si è accompagnato al simmetrico mito del consumo. Bisognava consumare, consumare, quindi produrre, produrre. Il benessere è cosa diversa; gli studi recenti lo hanno dimostrato. Certo, concretamente, conciliare la sostenibilità con questo modello di economia è molto difficile. Bisognerà per gradi promuovere una transizione ecologica, ovvero una trasformazione del sistema produttivo che guardi con più attenzione alla sostenibilità. Ci vorrà tempo, ci vorrà molto impegno e ci vorranno comportamenti diversi da parte di ciascuno di noi .
Professore, lei quale ruolo vede per l'Europa, perché comunque c'è sempre un obbligo per tutti i Paesi europei di rispettare i parametri di Maastricht. Ma questi rischiano alla lunga di non produrre un benessere sostenuto e soprattutto di ostacolare gli investimenti pubblici...
R. - Servono molti soldi per poter fare una transizione ecologica che sia giusta, perché bisogna stare molto attenti che l’ambiente vada preservato ma bisogna guardare anche ai diritti delle persone, agli aspetti sociali perché altrimenti la transizione ecologica può essere molto costosa in termini umani e personali. Dunque l'Europa deve assolutamente guardare con più criticità ai parametri che hanno sin qui guidato la sua politica economica, favorendo invece investimenti, investimenti che muovono una transizione ecologica per guardare anche alle difficoltà che le persone specialmente le più povere potranno incontrare nei prossimi anni.
Professore nella fondazione Centesimus annus in più di qualche occasione si è parlato degli Eurobond. Secondo lei sono un progetto ormai a livello europeo abbandonato ma soprattutto a che cosa servirebbero?
R. - Servirebbe moltissimo, non so se a livello europeo cis aia speranza per vararli. Servirebbero moltissimo perché in questo momento quello che serve sono investimenti, investimenti finanziati. E’ paradossale che al termine di un decennio di immissione di liquidità straordinaria da parte di tutte le banche centrali, di liquidità nel sistema quello che viene a mancare adesso è proprio la risorsa finanziaria che servirebbe per fare questi investimenti sostenibili. Gli eurobond sono una soluzione a questo problema. Purtroppo la volontà politica europea è piuttosto debole.
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