Lebbra: vicinanza del Papa ai malati e a chi si prende cura di loro
Michele Raviart - Città del Vaticano
"Siamo vicini a tutte le persone affette dal morbo di Hansen e a quanti in diversi modi si prendono cura di loro". Lo ha detto Papa Francesco oggi dopo la preghiera mariana dell'Angelus. Con 200 mila nuovi malati l’anno, la lebbra è una delle cosiddette malattie tropicali dimenticate, che colpiscono a vari livelli circa un miliardo di persone nel mondo. Per sensibilizzare l'opinione pubblica su questta malattia, si celebra oggi la Giornata mondiale dei malati di lebbra, giunta alla 67 esima edizione ed istituita da Raoul Follereau, che ha dedicato la sua vita a curare e a reintegrare nella società i lebbrosi di tutto il mondo.
Il tema dell’edizione 2020 “da 60 anni i nostri progetti uniscono il mondo” sottolinea l’impegno delle associazioni che si impegnano a lottare contro questa malattia e le sue implicazioni sociale. L’Aifo, l’associazione italiana amici di Raoul Follerau, è attiva da 1961 e oggi distribuirà oltre 800 piazze in Italia “il miele della solidarietà, realizzato da piccoli produttori di progetti equosolidali, con l’obiettivo di raccogliere fondi e finanziare le attività dell’associazione. Spiega Antonio Lissoni, presidente dell’Aifo.
R - La lebbra è ancora oggi un problema sanitario importante in alcuni Paesi dell'Africa e in Asia, in particolare in India, e in America Latina, in particolare in Brasile. Si presenta dove persistono le condizioni socio-economiche che favoriscono la trasmissione della malattia. Da quando ci sono farmaci efficaci, cioè dagli anni 80 del secolo scorso il problema è effettuare in tempo la diagnosi precoce perché su questa si può intervenire. I malati presentano disabilità fisiche irreversibili - parliamo di svariati milioni di persone - che a causa della disabilità che ha causato la lebbra sono espulsi dalla società. Queste persone richiedono cure quotidiane da un punto di vista sanitario e un’attenzione particolare sotto l'aspetto riabilitativo nelle loro comunità. Questo è il lavoro di Aifo: il problema grosso della lebbra oggi è un problema socio-sanitario più che sanitario.
Per la lebbra i farmaci ci sono ed è una malattia curabile Perché allora non si riesce a debellare?
R - Quando a parliamo di India o di Brasile che sono i due Paesi - l'India in particolare - dove questo fenomeno è più marcato parliamo sostanzialmente di continenti con realtà socio-economiche completamente diverse. Parliamo di ricchezze molto importanti e parliamo di povertà ancora più importanti. La lebbra così come tutte le altre malattie tropicali dimenticate toccano un miliardo di persone - sono dati dell'Oms - di cui metà sono bambini e hanno un denominatore comune che è la povertà. La malattia si manifesta dove esistono condizioni di vita che non permettono le condizioni igieniche minime, di salute e di nutrizione.
Nei paesi in cui la malattia è stata sostanzialmente debellata come possiamo aiutare a combattere la lebbra?
R - Uno dei problemi importanti e che siccome la lebbra non è più un tema con numeri che spaventano è un po’ sottovalutata ormai e non ci sono grossi finanziamenti istituzionali nazionali e internazionali. Anche perché la lebbra è un problema è che ormai è lasciato ai Paesi in cui si manifesta. Noi come Aifo riusciamo ad intervenire solo in quei paesi in cui facciamo parte del piano lebbra nazionale e perché veniamo chiamati dai governi. Nel 2018 in questo pochi paesi in cui agisce Aifo abbiamo avuto 20 mila nuovi casi che sono più o meno il 10% di tutti i nuovi casi scoperti a livello mondiale. A parte il caso della Guinea e del Mozambico e di una regione dell'India in cui siamo chiamati dai governi lavoriamo con fondi nostri e i fondi nostri li dobbiamo raccogliere grazie alla solidarietà di tante persone che sono attente e sensibili alle situazioni e alle persone più fragili e più lontane
Quant'è importante per voi avere la vicinanza di Papa Francesco riguardo questo tema?
R - Noi ci chiamiamo “amici di Raoul Follereau”, un uomo del passato, ma nella lettura attuale del suo pensiero lo accosto in modo pieno al pensiero di Papa Francesco. Non si ferma al discorso della lebbra come malattia, ma va ben oltre. Va al discorso della povertà, della fame e delle disuguaglianze. Si pone il problema di quello che causano e che invece di diminuire vanno sempre incrementando. Papa Francesco parla di periferie e queste sono veramente periferie molto lontane dal centro. I messaggi di Papa Francesco per organizzazioni come la nostra e per noi in particolare è un sostegno importantissimo
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