Laudato si', l'architetto Boeri: città protagoniste di una conversione ecologica
Gabriella Ceraso - Città del Vaticano
E' il primo appuntamento del nuovo anno quello che vedrà questa sera nella Basilica di San Giovanni in Laterano, il dibattito tra il cardinale vicario Angelo De Donatis e l’architetto Stefano Boeri, con letture affidate all'attrice Pamela Villoresi. Si ripete così lo schema degli eventi - che proseguiranno fino a giugno- avviati dal Vicariato l'11 novembre scorso, eventi legati mensilmente alla riflessione, a partire dalla Laudato si', sulla cura della nostra Casa comune.
Al presidente del Parlamento Europeo David Sassoli e al metereologo Luca Mercalli - intervenuti nei mesi scorsi, segue dunque oggi, sul tema La radice umana della crisi ecologica, il parere e l'esperienza di un docente di Urbanistica al Politecnico di Milano e direttore del Future City Lab dell’Università di Shanghai, quale è Stefano Boeri realizzatore nel 2014 de Il Bosco Verticale a Milano, ovvero il primo prototipo di edificio residenziale sostenibile con facciate ricoperte di alberi e piante, premiato in tutto il mondo.
Alberi e città: una nuova coabitazione
Un progetto che ha alle spalle e all'origine un profondo interesse, anzi una passione dell'architetto Boeri per la presenza di alberi, vegetazione, foreste a contatto con l'uomo e con le città. " L'unico modo - afferma - che abbiamo per assorbire l'anidride carbonica già prodotta nei nostri centri urbani sono gli alberi. Abbiamo bisogno di portarli nelle città, di immaginarci una nuova coabitazione tra foreste e città. Questo per me è il futuro dell'architettura".
L'importanza delle energie rinnovabili
Nella nostra intervista Boeri parte dalla considerazione dell'odierna crisi ecologica insita in una percezione incerta e inquieta del futuro su cui pesano, più che mai prima d'ora, le nostre scelte quotidiane; si allarga ai volti delle nostre città, protagoniste, in quanto produttrici del 75% di CO2 dell'atmosfera, e prime vittime dei cambiamenti climatici; per spaziare sulle responsabilità e sulle scelte degli architetti di progetti urbani attratti oggi dall'utilità sociale più che dalla spettacolarità del prodotto; fino ad arrivare a toccare l'odierna sensibilità dei giovani studiosi verso le tematiche ambientali. "Le innovazioni - prosegue Boeri - devono fare i conti con le questioni dei cambiamenti climatici. Quindi avremo edifici che hanno capacità di usare tutte le energie rinnovabili del sole, del vento, dell'acqua e che hanno un rapporto nuovo con la vegetazione". Alle spalle di questo anche il profondo rispetto per il creato e la cura di esso.
Cura del Creato: il ruolo del magistero del Papa
In questo senso il rimando al peso del magistero papale. La categoria dell'ecologia integrale di cui Papa Francesco parla nell'enciclica Laudato si' ha in sè - sostiene Boeri - "una potenza formidabile: è uno dei modi più forti per cercare di portare ciò che stiamo facendo ad un senso profondo". E le nuove generazioni di studenti e di architetti, hanno questa sensibilità? C'è grande speranza nelle parole dell'architetto Boeri e la certezza che i giovani siano consapevoli dell'urgenza di un cambiamento. A questo proposito il documento pontificio può essere considerato un "manifesto politico" nel senso più alto cioè che è stato "capace molto prima di discorsi, saggi e interventi di politici, scienziati, metereologi, di mostrare una prospettiva necessaria".
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