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Il presidente dell'Organizzazione per l'aviazione civile iraniana sull'aereo ucraino Il presidente dell'Organizzazione per l'aviazione civile iraniana sull'aereo ucraino 

L'Iran ribadisce: l'aereo ucraino non è stato abbattuto da un missile

Il primo a parlare di un razzo che per errore aveva colpito il velivolo è stato il premier canadese Justin Trudeau. ma Teheran pretende le prove. Per Pejman Abdolmohammadi, docente di storia e politica a Trento, “l’abbattimento dell’aereo è un ostacolo in più. La crisi per un po’ si fermerà ma comunque la tensione tra Usa e Iran è destinata a continuare per tutto il 2020"

Alessandro Guarasci - Città del Vaticano

"Una cosa è certa: l’aereo non è stato colpito da un missile". Lo ha ribadito il presidente dell'Organizzazione per l'aviazione civile iraniana, Ali Abedzadeh, in merito alle accuse sul Boeing ucraino precipitato all'alba di mercoledì a Teheran. Anche nelle ultime ore  Usa, Regno Unito e Canada hanno affermato che il velivolo è stato abbattuto per errore da un razzo iraniano.

Per Teheran “sospetta messinscena”

L'Iran invita i tecnici della Boeing a partecipare alle indagini sull'aereo ucraino precipitato. I servizi segreti di Usa, Rgno Unito e Canada però non hanno dubbi: l’aereo è caduto per colpa di un missile. Per risposta, l'Iran chiede al Canada di fornire le informazioni in suo possesso. Ieri infatti tra i primi era stato il premier canadese Justin Trudeau a dire che, secondo le notizie recuperate dai servizi segreti, l'aereo è stato colpito non intenzionalmente da un missile iraniano. Il presidente degli Usa Donald Trump aveva aggiunto che “qualcuno potrebbe aver commesso un errore", commentando il disastro aereo, e sulla stessa linea si era espresso il premier britannico Boris Johnson. Ricostruzioni che però Teheran bolla come una “sospetta messinscena”, tanto che il portavoce del governo di Teheran, Ali Rabiei. E interviene anche la presidenza dell'Ucraina che chiede "prove" sull'aereo dell'Ukraine International Airlines.

Trump: eravamo pronti a colpire Teheran

La tensione a livello internazionale non cala. "Eravamo pronti" a rispondere e colpire l'Iran, poi però "non siamo andati", ha detto ieri Donald Trump spiegando, ai suoi sostenitori, cosa è accaduto la sera dell'attacco iraniano a due basi militari in Iraq che ospitano le truppe americane. Teheran era intervenuta dopo che, sempre in Iraq, un raid americano il 3 gennaio aveva ucciso il generale iraniano Qasem Soleimani. La Camera degli Usa però ha dato il suo via libera alla risoluzione che limita i suoi poteri di guerra, vietando ogni intervento in Iran senza l'approvazione del Congresso. Il provvedimento proposto dai democratici ha incassato l'appoggio di tre repubblicani. La misura però difficilmente supererà l'esame del Senato. La Casa Bianca boccia il provvedimento definendolo "ridicolo": il presidente ha "il diritto e il dovere di difendere il paese e i suoi cittadini", dice il portavoce Hogan Gidley, bollando la risoluzione come un'"altra mossa politica" dei democratici oltre all'impeachment.

Ascolta l'intervista a Pejman Abdolmohammadi

Per Pejman Abdolmohammadi docente di Storia e Politica del Medio Oriente all’università di Trento, “l’abbattimento dell’aereo è un ostacolo in più. La crisi per un po’ si fermerà ma comunque la tensione tra Usa e Iran è destinata a continuare per tutto il 2020. Per crisi - spiga -non intendo che ci sarà una nuova opzione militare a breve ma la pressione di Trump e Pompeo continuerà, anche se lo stop and go di Trump è un bluff perché l’obiettivo è mettere nell’angolo la Repubblica Islamica. Teheran non ha le forze per reagire e cercherà di essere più cauta ma qualche piccolo fastidio lo darà”.

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10 gennaio 2020, 11:54