Libia, le condizioni dei migranti nelle città
Elvira Ragosta – Città del Vaticano
In un reportage pubblicato oggi sul quotidiano di via Solferino, l’inviato a Tripoli, Francesco Battistini, racconta la realtà di alcuni dei migranti bloccati in Libia e costretti a lavorare in pessime condizioni. “I migranti più o meno censiti in Libia - dice Battistini - sono circa 700mila; quelli che si trovano nei centri di detenzione gestiti dal governo o da milizie più o meno legali sono seimila; gli altri, per lo più subsahariani, girano nelle città e a volte vengono utilizzati dai libici per lavori di bassissima manovalanza, spesso senza neanche essere pagati. Molti raccontano di lavorare in cantieri o in bar ottenendo in cambio solo vitto e alloggio. Di qui – aggiunge – la necessità per loro di trovare fonti di guadagno più sicuro e una di queste è entrare nelle milizie, dove il più delle volte svolgono servizi di logistica. Solo alcuni di loro, quelli più esperti, vanno a combattere”.
La situazione sul terreno
Sul terreno, intanto, si registrano violazioni alla tregua. Secondo l'emittente locale 'Libya Alahrar', due bambini sono morti e diverse persone sono rimaste ferite in un attacco di artiglieria, attribuito alle forze del generale Haftar, contro alcune abitazioni in un sobborgo a sud di Tripoli; mentre il portale The Libya Observer riferisce che un drone delle forze di Haftar è stato abbattuto stamani all'alba nella zona di Misurata.
La diplomazia dopo la Conferenza di Berlino
Si è discusso anche della crisi libica nella telefonata tra il Presidente statunitense Donald Trump e quello turco Recep Tayyip Erdogan. Secondo quanto riferito dalla Casa Bianca, i due hanno affrontato "la necessità di eliminare le interferenze straniere e mantenere il cessate il fuoco in Libia". La Russia, dal canto suo, si dice pronta a sostenere, se sarà necessario, gli sforzi congiunti del comitato militare libico che dovrebbe riunirsi per la prima volta a Ginevra a fine febbraio e dovrebbe essere composto da cinque membri dell'Esercito nazionale libico e cinque dalla parte di Tripoli.
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