Spagna: nasce il primo governo di coalizione a guida socialista
Giancarlo La Vella – Città del Vaticano
La Spagna a fatica volta pagina sull’incertezza politica degli ultimi mesi, con due elezioni politiche in un anno, e dà vita al nuovo esecutivo. Si tratta del primo governo di coalizione della storia repubblicana spagnola. Ieri il Congresso di Madrid ha votato la fiducia al premier socialista, il 47 enne Pedro Sanchez. Non si tratta certo di un consenso largo: 167 i voti favorevoli, 165 i contrari e 18 gli astenuti. Hanno detto sì al governo i deputati socialisti, la sinistra di Podemos e i partiti catalani. Decisiva l’astensione degli altri partiti di sinistra. Questo, secondo gli osservatori, comporta sicuramente un’eccessiva fragilità nel futuro politico spagnolo, ma ci sono delle novità su cui la maggioranza può trovare un’intesa stabile. Tra tutte, commenta l’ispanista, Alfonso Botti, docente di Storia Moderna all’Università di Modena e Reggio Emilia e direttore della rivista “Spagna Contemporanea” l’aver ricondotto la questione dell’indipendentismo catalano nell’ambito del negoziato politico, non lasciando che rimanga un mero problema di ordine pubblico da risolvere nelle aree di tribunale. L’inizio dei negoziati sarebbe stato fissato entro due settimane dal voto di fiducia.
La questione catalana
Un dialogo per la soluzione della crisi catalana non appare certo facile. La costituzione spagnola, ricorda Alfonso Botti, rende possibile un referendum di autodeterminazione solo nel caso in cui si pronunci tutto il popolo, in nome della indivisibilità del territorio nazionale. Proprio questi i punti caldi della questione su cui è necessario che governo madrileno e le istituzioni di Barcellona diano il via ad un confronto con la disponibilità di venirsi incontro, raggiungendo una posizione comune che soddisfi le istanze autonomiste di Barcellona e al contempo possa salvaguardare l’unità nazionale della Spagna. Un obiettivo sicuramente difficile questo, commenta il professor Botti, per raggiungere il quale sarà necessario mettere mano ad una profonda revisione della Costituzione del 1978, nata dopo il franchismo, auspicata da molti, ma per la quale non ci sono sufficienti numeri in Parlamento.
La Spagna e l’Europa
E’ necessario che la Spagna di Sanchez, commenta Alfonso Botti, sia in grado di affrontare non solo i problemi interni, ma anche di riacquistare un ruolo importante nell’Unione Europea, dopo un lungo periodo che ha visto Madrid in una posizione di secondo piano. Lo stile del nuovo esecutivo, improntato sul confronto viene descritto dallo stesso Pedro Sanchez in un tweet lanciato subito dopo aver ottenuto la fiducia del Congresso. “Con il governo di coalizione progressista in Spagna – scrive il premier – si apre una stagione di dialogo e politica utile. Un governo per tutte e tutti – prosegue – che estenda i diritti, ripristini la convivenza e difenda la giustizia sociale”.
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