Teheran ammette di avere abbattuto il Boeing 737 ucraino
Amedeo Lomonaco
Sono stati ''missili lanciati purtroppo'' per un ''errore umano imperdonabile'' a causare “l'orribile schianto” del Boeing 737 e ''la morte di innocenti''. Ad ammetterlo è stato il presidente iraniano, Hassan Rohani, dopo l’indagine interna condotta dalle Forze Armate della Repubblica islamica. L’aereo, mentre stava sorvolando un’area vicina ad un centro militare, sarebbe stato erroneamente identificato come bersaglio nemico. Il Quartier generale delle Forze armate iraniane afferma, in un comunicato, che saranno messe in atto "riforme essenziali nei processi operativi per evitare simili errori in futuro" e che verranno perseguiti legalmente "coloro che hanno commesso l'errore". Poche ore prima dell’ammissione di responsabilità da parte di Teheran, la Nato aveva reso noto che l'aereo di linea ucraino a Teheran, era stato abbattuto da un missile iraniano. Alle stesse conclusioni erano arrivati anche Stati Uniti, Canada e Gran Bretagna. A bordo del velivolo c'erano 176 persone, 167 passeggeri e nove membri dell'equipaggio. Sono morti 82 iraniani, 11 ucraini, 63 canadesi, 10 svedesi, quattro afgani, tre tedeschi e tre britannici.
Nuove sanzioni contro l’Iran
La crisi tra Washington e Teheran fa registrare ripercussioni anche nell’economia: gli Stati Uniti hanno infatti varato un’altra ondata di sanzioni. Le nuove misure riguardano l’apparato industriale iraniano e in particolare le principali aziende dell’acciaio, del ferro, dell’alluminio e del rame. L’annuncio delle nuove sanzioni è stato dato ieri dal segretario Usa al Tesoro, Steven Mnuchin, in una conferenza stampa congiunta con il segretario di Stato, Mike Pompeo. La decisione presa dall’amministrazione statunitense è arrivata dopo l'attacco missilistico iraniano alle basi americane in Iraq. Nell'ordine esecutivo per le nuove sanzioni si legge: “Io, Donald Trump, presidente degli Stati Uniti, constato che l'Iran continua ad essere il principale sponsor del terrorismo del mondo e che l'Iran ha minacciato strutture militari e civili americani attraverso l'uso della forza militare e il sostegno di milizie sostenute dall'Iran”. Nel documento si sottolinea anche che la politica degli Stati Uniti rimane quella di impedire a Teheran di dotarsi di armi nucleari.
L’appello di Papa Francesco
In questo clima di forte tensione, Papa Francesco esorta a mantenere “accesa la fiamma del dialogo e dell’autocontrollo”. Lo scorso 7 gennaio, rivolgendosi ai membri del corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, il Pontefice ha affermato: “Particolarmente preoccupanti sono i segnali che giungono dall’intera regione, in seguito all’innalzarsi della tensione fra l’Iran e gli Stati Uniti e che rischiano anzitutto di mettere a dura prova il lento processo di ricostruzione dell’Iraq, nonché di creare le basi di un conflitto di più vasta scala che tutti vorremmo poter scongiurare. Rinnovo dunque il mio appello perché tutte le parti interessate evitino un innalzamento dello scontro e mantengano accesa la fiamma del dialogo e dell’autocontrollo, nel pieno rispetto della legalità internazionale”.
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