Trump alla Casa Bianca: sanzioni all’Iran, Nato più coinvolta in Medio Oriente
Giada Aquilino - Città del Vaticano
Ulteriori sanzioni all'Iran, accordo nucleare superato, impegno per una nuova intesa con Teheran perché gli Stati Uniti sono “pronti alla pace” con chi la persegue: ma la Repubblica Islamica “deve abbandonare le ambizioni nucleari e finire di sostenere il terrorismo”. Così, in sintesi, il presidente statunitense Donald Trump, in una conferenza stampa al termine della riunione alla Casa Bianca con il team di sicurezza nazionale. Presenti il capo di stato maggiore Mark Milley, il consigliere per la sicurezza nazionale Robert O'Brien e il vice presidente Mike Pence. Il vertice a Washington è giunto dopo che la notte scorsa l'Iran ha sferrato un attacco missilistico in Iraq contro due basi che ospitano le truppe americane e quelle della coalizione ad al-Asad ed Erbil, come rappresaglia alla morte del generale Qassem Soleimani, ucciso il 3 gennaio scorso da un drone statunitense all'aeroporto internazionale di Baghdad.
Nato più coinvolta
Era il “maggiore terrorista mondiale”, con “le mani sporche del sangue dei soldati americani e iracheni”, ha detto Trump parlando del blitz che ha portato all'uccisione dell'alto ufficiale dei Pasdaran. Al momento, ha aggiunto, l'Iran sembra “indietreggiare” dopo gli attacchi alle basi Usa in Iraq, in cui non ci sono state vittime statunitensi o irachene, ma - ha assicurato - chiederà alla “Nato di essere più coinvolta in Medio Oriente” ed esorterà Europa, Cina, Russia ed altri Paesi ad uscire dall'accordo sul nucleare iraniano, firmato nel 2015 dopo una prima intesa raggiunta due anni prima: “finché sarò presidente, l'Iran non avrà mai” l'arma atomica. Quindi, assicurando la piena indipendenza degli Usa nella produzione di gas e petrolio, ha nuovamente rivendicato l’uccisione nell’ottobre scorso di Abu Bakr al-Baghdadi, al vertice del sedicente Stato Islamico, e la sconfitta del cosiddetto Califfato.
L’appello dell’Onu
Dopo l’attacco della notte scorsa, intanto, il governo iracheno ha deciso di convocare l'ambasciatore iraniano a Baghdad per "violazione della propria sovranità". Dall’Onu, il segretario generale Antonio Guterres ha reiterato l’appello a “fermare l'escalation, esercitare la massima moderazione, far ripartire il dialogo e rinnovare la cooperazione internazionale”.
L’intervista
Per Gianluca Pastori, docente di storia delle relazioni internazionali all'università Cattolica, intervistato da Alessandro Guarasci, "queste tensioni si potrebbero risolvere in modo spontaneo. Né gli Usa né l'Iran hanno la capacità di affrontarsi in modo aperto. L'Europa in questa crisi è ripiegata su se stessa".
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