Afghanistan: da oggi sette giorni di riduzione della violenza
Marina Tomarro - Città del Vaticano
La riduzione delle ostilità, a partire dalla giornata di oggi, è frutto dei complessi negoziati svoltisi per settimane in Qatar. La notizia è stata confermata dal Consiglio di sicurezza nazionale afghano.
Un tempo di prova
Se il cessate il fuoco reggerà, il 29 febbraio prossimo a Doha ci sarà la firma del vero e proprio accordo. In questo arco di tempo, non dovrà esserci alcun tipo di violenza: bombe in strada, lancio di razzi o attacchi suicidi. Sia la Germania sia la Norvegia si sarebbero offerte per ospitare i colloqui di pace.
Verso una pace sostenibile
Attualmente le truppe americane in Afghanistan sono composte da 12 mila uomini e l'ipotesi è quella di un ritiro graduale in un arco di tempo di 18 mesi. Soddisfazione da parte del numero uno della Nato Stoltenberg, che ha spiegato come questa tregua potrebbe spianare la strada ad una pace sostenibile e a garantire che il Paese non sia più usato come base dai terroristi. Plauso anche da Mosca che parla di "un evento importante per il processo di pace in Afghanistan".
Nel 2019 oltre 3.400 le vittime civili
Nel giorno in cui iniziano le riduzioni di ostilità, le Nazioni Unite hanno diffuso un rapporto in cui viene sottolineato che nel 2019 in Afghanistan i civili uccisi sono stati 3.403 mentre 6.989 quelli rimasti feriti. Nel rapporto si legge che la maggior parte delle vittime civili è stata causata da elementi anti-governativi. È il sesto anno, sottolinea l'Onu, che le vittime civili documentate tra morti e feriti superano le 10mila unità. ''Nessun civile in Afghanistan è rimasto illeso dalla violenza in corso - ha detto Tadamichi Yamamoto, rappresentante speciale del Segretario generale dell'Onu in Afghanistan e capo della missione Onu di assistenza in Afghanistan -. È assolutamente d'obbligo per tutte le parti cogliere il momento per fermare gli scontri. I civili vanno protetti e gli sforzi per la pace sono in corso''.
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