Il cardinale Bassetti chiede una nuova alleanza tra economia ed etica
Alessandro Guarasci - Città del Vaticano
Quando il denaro governa anziché servire la vita umana, apriamo le porte alle forme più terribili di ingiustizia e di emarginazione. Il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, interviene a Roma all’assemblea dell’Ucid, l’Unione imprenditori cristiani, per il 73esimo anniversario di fondazione, e ricorda il valore dell’economia basata sul creare una ricchezza diffusa.
La stabilità politica è un valore
Serve una nuova alleanza tra etica ed economia, e questo a beneficio delle famiglie, di tutta la comunità. Il cardinale Bassetti ricorda così il fine ultimo del capitalismo. Diversamente i danni possono essere pesanti. “Basti pensare a quello che capita nel mondo del lavoro giovanile: i contratti precari di tre mesi in tre mesi, le forme di assistenzialismo di ritorno, l’obbligo di restituzione sottobanco di parte dello stipendio, il caporalato e lo sfruttamento, la corruzione, il lavoro nero… sono ancora presenti ai nostri giorni nel tessuto sociale”, afferma il cardinale. E per il porporato servono governi stabili, perché “un governo che dura dà stabilità, è evidente. Quando ci si trova a trattare e ci sono sempre cambi di governo, la lezione si deve sempre riprendere da dove si è lasciata, mentre serve che i problemi sociali siano risolti".
Fondamentale redistribuire la ricchezza
Quando si separano i tempi dell’accumulazione della ricchezza da quelli della distribuzione, si finisce per fare gli interessi di pochi a scapito del bene comune. Dunque, redistribuire la ricchezza è fondamentale. E allora il cardinale Bassetti afferma che “la soluzione è quella prospettata dalla dottrina sociale della Chiesa che invoca, in campo economico, quote di gratuità”. Il presidente della Cei ricorda che “l’insegnamento più recente di Papa Francesco, ben tratteggiato in Laudato si’, mostra quanto sia importante riflettere sulle connessioni esistenti tra l’economia e la cultura, tra il sociale e la spiritualità, tra la politica e la solidarietà, tra l’ambiente e la biodiversità. Si tratta di attuare il paradigma dell’ecologia integrale".
La crisi ambientale produce un cambiamento degli stili di vita
Il presidente della Cei afferma che "proprio la crisi ambientale che stiamo vivendo in questi anni ha prodotto trasformazioni importanti dell’economia e degli stili di vita nella società. Non siamo ancora a un livello adeguato rispetto all’urgenza dei cambiamenti climatici in corso, ma è bene anche vedere il positivo che si muove nel nostro Paese. Ciò capita grazie al contributo di politici, imprenditori, economisti e lavoratori che hanno raccolto la sfida". Dunque, il presidente della Cei mette in luce che “l’Italia appare un cantiere aperto con esperienze di economia circolare, prassi virtuose di cittadinanza e investimenti nei settori della cura delle persone e dell’ambiente. In questo senso possiamo affermare che il Paese non è fermo, grazie al coraggio e alla creatività di molte persone”.
Il premier Conte: in politica recuperare un linguaggio mite
Per il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ''sempre più si avverte il desiderio di riferimenti sicuri, l'urgenza di recuperare, sia nelle relazioni interpersonali sia nella dimensione pubblica, soprattutto nella politica, un metodo e un linguaggio mite, sobrio, autentico, responsabile, rispettoso dello Stato e delle sue Istituzioni, non facendosi distrarre dalle polemiche”. Conte poi afferma che l’esecutivo sta lavorando al “'Family Act', ovvero a una serie di misure che ci consentano di riordinare e anche di potenziare le misure attualmente esistenti in favore delle famiglie e l'introduzione di nuovi strumenti, con particolare attenzione alle famiglie numerose e a basso reddito".
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