Camerun: il timore dei cristiani per gli attacchi di Boko Haram
Elvira Ragosta – Città del Vaticano
“Dal 2014 le popolazioni della nostra diocesi subiscono gli attacchi dei Boko Haram, che distruggono e bruciano case e scuole, rubano animali, raccolti e i materiali didattici degli studenti e rapiscono le persone, soprattutto i giovani che non hanno lavoro”. Così don Daniele Denguez, cancelliere alla diocesi di Maroua-Mokolo, nel nord del paese. Raggiunto telefonicamente in Camerun, don Daniele descrive la difficile situazione della popolazione in questa zona del paese africano, in cui, ricorda, negli scorsi mesi di dicembre e gennaio i villaggi e le comunità della diocesi sono stati colpiti quasi ogni giorno.
Il vescovo Ateba ad Acs: popolazioni locali impotenti
Nei giorni scorsi anche il monsignor Bruno Ateba, vescovo di Maroua-Mokolo aveva descritto ad Aiuto alla Chiesa che Soffre l’impotenza delle popolazioni locali di fronte all’apparente invincibilità del gruppo terrorista che ormai da qualche anno ha varcato i confini della Nigeria e terrorizza Paesi vicini quali lo stesso Camerun, il Niger e il Ciad. “Non passa giorno in cui non vi sia notizia di nuovi attacchi e incursioni dei terroristi dalla frontiera tra Camerun e Nigeria - dice monsignor Bruno Ateba nel comunicato diffuso da Acs -. I rapimenti e le esecuzioni dei contadini hanno portato ad un vero e proprio regno del terrore”.
Il gruppo fondamentalista
Secondo i dati dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, dal 2009 il gruppo jihadista Boko Haram, la cui traduzione letterale significa “l’educazione occidentale è peccato”, ha provocato oltre 36mila vittime e costretto circa 2 milioni di persone a scappare dalle loro case.
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