Coronavirus. Caritas Ambrosiana: garantite prossimità e sicurezza
Marco Guerra – Città del Vaticano
Nonostante le eccezionali misure di sicurezza imposte in tutto il territorio del comune di Milano, dall’inizio dell’emergenza legata all’epidemia di coronavirus, la Caritas Ambrosiana ha proseguito ad offrire, senza interruzioni, la sua opera di carità verso le fasce più deboli e bisognose della popolazione.
Evitati assembramenti nei punti distribuzione
Con una nota, l’organizzazione fa sapere che gli otto Empori della Solidarietà della diocesi e le quattro botteghe sono rimasti aperti durante tutta la settimana. Tramite appuntamenti e consegne scaglionate è stata garantita la sicurezza sanitaria. Infatti, per evitare code o assembramenti nei punti di distribuzione, i volontari hanno consegnato ai bisognosi biglietti con l’orario al quale si sarebbero dovuti presentare per il ritiro della spesa nei giorni successivi. Si stima che in questo modo siano stati distribuiti in media al giorno 3,5 quintali di generi alimentari a 200 persone, in maniera ordinata. I volontari non hanno segnalato alcun assalto agli scaffali: ognuno ha preso ciò di cui aveva bisogno rispettando i turni. Pasta, pelati, sughi in scatola i prodotti più richiesti.
Allestito presidio sanitario
Al Refettorio Ambrosiano – si legge ancora - volontari e operatori hanno confezionato lunch box, che contenevano un piatto caldo, una porzione di verdura, frutta, pane e dolci che gli ospiti hanno potuto consumare individualmente o in piccoli gruppi. Mentre nel dormitorio notturno gestito da Caritas Ambrosiana in via Sammartini, nei pressi della Stazione Centrale, da martedì è stato allestito anche un presidio sanitario, realizzato da operatori e medici volontari, che ha fatto da filtro all’ingresso. Gli ospiti al momento sono 54, poco meno della capienza massima (60 persone).
Colloqui su appuntamento
Anche nei 380 centri di ascolto diffusi nelle parrocchie della diocesi e negli sportelli presso i servizi centrali (Servizio accoglienza milanese, Servizio Accoglienza Immigrati, Servizio orientamento al lavoro – Siloe) i colloqui continuano ad essere svolti ma su appuntamento. Benché il numero delle persone raggiunte da questi servizi sia elevato (circa 4mila persone al giorno), la media degli accessi giornalieri per ogni singolo sportello è intorno alla decina, quindi gestibile, secondo le indicazioni di tutela date dalle autorità pubbliche.
Gualzetti: sicurezza per i volontari
Il direttore della Caritas Ambrosiana Luciano Gualzetti ha espresso la sua grande gratitudine “a tutti gli operatori e volontari che con grande generosità non hanno fatto venire meno la loro vicinanza alle persone più in difficoltà”. “In questo momento così difficile – ha detto Gaulzetti - siamo chiamati a mettere in atto tutte quelle misure necessarie a tutela dei volontari e degli operatori, senza lasciare soli i nostri ospiti che rischiano di subire le conseguenze peggiori di questa emergenza”.
L’impegno per non lasciare sole le persone
Intervistato da VaticanNews Gualzetti spiega che, tenendo conto delle indicazioni che arrivavano dalle autorità competenti, si sono evitati assembramenti mantenendo salva quella vocazione alla prossimità al più debole che caratterizza la Caritas. “Persone che anche in situazioni come queste rischiano di essere gli ultimi, i meno informati e tutelati”, per questo abbiamo tenuto aperti i centri di accoglienza notturni con volontari all’ingresso per vedere se c’erano sintomi che davano indicazione della malattia in atto. “Tutto questo nella logica di poter offrire relazioni – aggiunge il direttore-, anche in un cotesto preoccupante, che potessero segnalare eventuali difficoltà e non lasciare sole le persone”.
Lo sforzo dei volontari
“I volontari e gli operatori hanno dato una risposta straordinaria” sottolinea il direttore della Caritas milanese, “perché anche loro erano preoccupati ma si sono messi a disposizione prendendo tutte le precauzioni che abbiamo suggerito”.
Le conseguenze economiche
Luciano Gualzetti mette in evidenza anche le ripercussioni della crisi su quelle persone che, grazie alla Caritas, avevano trovato piccoli lavori per uscire dall’indigenza economica, nella logica di “non dipendere in modo perenne dagli aiuti”. Ad esempio, questa settimana si è notato un calo di richieste delle badanti che si recano nelle case degli anziani o di “donne delle pulizie”. “Sono segnali di una piccola economia che va in difficoltà esattamente come ci vanno le attività più grandi”, riferisce Gaulzetti, “quindi dovremo essere ancora più vicini a queste categorie di persone, e stiamo studiando misure apposite di sostegno”.
Non lasciare indietro nessuno
Qualora fossero confermate le misure di emergenza varate da governo e regione, la Caritas cercherà di interpretare queste direttive tenendo insieme l’aspetto della sicurezza sanitaria e quello del sostegno sociale, assicura il direttore: “La strada maestra è quella dei legami, questa situazione ci ha fatto capire che siamo tutti sulla stessa barca e dobbiamo uscirne senza lasciare indietro nessuno”.
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