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E' ancora allarme locuste in Africa orientale

Prosegue l’invasione di locuste che in Africa orientale aggredisce colture e pascoli. I forti venti di questi giorni portano gli sciami su entrambe le coste del Golfo Persico. Corsa agli aiuti internazionali. La nostra intervista all’africanista Casale

Elvira Ragosta – Città del Vaticano

Per l’Onu si tratta di un’invasione che potrebbe provocare una crisi umanitaria in Africa orientale. Un rischio che si aggiunge all’insicurezza alimentare che già si trovano a fronteggiare circa venti milioni di persone nella zona. Dopo aver colpito il Corno d’Africa, Kenya, Sud Sudan, Uganda e Tanzania, ora gli sciami, trasportati dal vento, sono giunti sulle coste del Golfo Persico, verso il Bahrein, il Kuwait e il Qatar fino al sud-ovest dell'Iran.

Gli aiuti internazionali

Proseguono, intanto, gli sforzi della Fao, per fronteggiare questa emergenza. Diverse le risposte all’appello per gli aiuti internazionali lanciato dall’Organizzazione delle Nazioni Unte per l’alimentazione e l’agricoltura. Anche l’Unione europea nei giorni scorsi ha inviato un contributo di 11 milioni di euro. L'invasione di locuste è la peggiore che abbia colpito l'Etiopia e la Somalia negli ultimi 25 anni e che il Kenya abbia subito negli ultimi 70 anni. Colpiti anche Gibuti ed Eritrea, con sciami segnalati in Sud Sudan, Uganda e Tanzania. "Dobbiamo urgentemente intensificare gli interventi per tutelare i mezzi di sussistenza rurali - ha affermato il direttore generale della Fao Qu Dongyu - e aiutare gli agricoltori e le loro famiglie. Non c'è tempo da perdere".

La diffusione degli sciami

Per l’africanista Enrico Casale, redattore della rivista Africa, si tratta di una situazione molto grave. “Questi sciami si sono sviluppati nello Yemen, grazie a un ciclone che ha creato le condizioni ideali alla loro crescita, poi, favoriti dai venti, si sono spostati in Africa orientale e ora alcuni venti riportano sciami verso il Kuwait e il Qatar e minacciano anche la penisola araba. Si parla di 200 miliardi di locuste che entro giugno potrebbero diventare 500 miliardi e che mangiano l’equivalente del cibo necessario a 90 milioni di persone. E’ un rischio che riguarda circa 20 milioni di persone in Africa, di cui 4 milioni di bambini”.

La risposta all’emergenza

Per contrastare questa invasione servono insetticidi e sostegno alle popolazioni. “Kenya e Uganda stanno intervenendo spargendo gli insetticidi - continua Casale- ma il vero problema è quello dei Paesi in cui non esiste una struttura organizzata sul territorio perché le istituzioni sono fragili, lì la risposta diventa molto difficile e a soffrirne sono soprattutto le popolazioni più povere, quelle che vivono nelle campagne. Le previsioni per i prossimi mesi sono negative e bisogna intervenire subito, non solo per fermare questa minaccia, ma anche per sostenere economicamente le popolazioni colpite che si trovano senza risorse per l’anno in corso perché le locuste stanno distruggendo tutti i raccolti”.

Ascolta l'intervista a Enrico Casale

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29 febbraio 2020, 12:08