L'Economia sostenibile si confronta con la Laudato si'
Gabriella Ceraso - Città del Vaticano
“Un’ecologia integrale” è il tema del quarto appuntamento di “Insieme per la nostra casa comune”, l’itinerario che approfondisce diversi aspetti dell'Enciclica Laudato si’ di Papa Francesco, con specialisti che vanno dal mondo dell'architettura a quello della scienza e della biodiversità, dalla sfera politica a quella dei documentari e della divulgazione scientifica.
Questa sera l'ospite è un economista che propone dal suo punto di vista il concetto di ecologia integrale così come da lui vissuto nella dimensione professionale, familiare e civile. Il professor Leonardo Becchetti, che affiancherà il cardinale vicario Angelo De Donatis, è ordinario di Economia politica all’Università di Roma Tor Vergata e tra l'altro è membro del Comitato preparatorio delle Settimane Sociali dei Cattolici Italiani e direttore del sito www.benecomune.net. Il 5 giugno dello scorso anno, insieme con Enrico Giovannini, ha lanciato l’idea dei “Saturdays for future”: obiettivo dell’iniziativa è trasformare il sabato nella giornata per la produzione e il consumo responsabili a favore dello sviluppo sostenibile.
Una serata che, come di consuetudine dal novembre scorso, alterna letture tratte dal documento del Papa a intervalli musicali e momenti di dibattito. Abbiamo invitato il professor Becchetti a spiegarci il suo modo di leggere l'ecologia integrale, paradigma concettuale e percorso spirituale che sta al cuore della Laudato si':
R. - Noi guardiamo l'economia e l'uomo a 360 gradi e vediamo che in questo momento, in Italia e nel mondo, proprio nell'ottica di una visione integrale dell'ecologia e della persona lo squilibrio ambientale è figlio di altri squilibri, che sono tutti collegati tra di loro. C'è un problema di dignità del lavoro, quindi l'insostenibilità del lavoro, una insostenibilità demografica, e poi c'è un problema di insostenibilità umana, la crisi di senso del vivere che ha portato negli Stati Uniti a un aumento della mortalità. Quindi, il problema è costruire delle società felici e ricche di senso e per far questo abbiamo individuato una via assolutamente prioritaria che è quella di ridisegnare il concetto di valore, di impresa e di politica economica. Dunque, il valore non è più diciamo il PIL, ma è la generatività, cioè la capacità delle persone di essere utili alla vita altrui. E poi diciamo che c'è bisogno di imprese nuove, un mix tra profit no profit, che creano valore economico in maniera sostenibile. E poi soprattutto ci domandiamo: come si realizza tutta questa trasformazione? Bene ci vogliono quattro mani: da cittadini attivi, imprese responsabili, istituzioni benevolenti e mercato può nascere lo sviluppo.
Un'economia familiare ha modo di incarnare i principi della Laudato si', ha modo di vivere una ecologia integrale che, come la intende il Papa, è un abbraccio di tanti aspetti?
R. - Assolutamente sì. La sfida ambientale può essere risolta solo se cambiano gli stili di vita dei cittadini. Certe volte non è neanche difficile, cioè oggi esiste la carta, esiste il Mater- BI prodotto compostabile, orgoglio italiano perché è nato da Novamont. Quindi qual è il senso di avere i bicchieri e piatti di plastica? E' solamente una pigrizia che ci impedisce di cambiare. C'è poi un problema di mobilità sostenibile. Quindi tutto parte da noi. Noi abbiamo creato una piattaforma assieme a un 'associazione, una piattaforma che si chiama "Gioosto" ed è una piattaforma digitale dove noi vendiamo i prodotti delle aziende che fanno economia circolare, economia sostenibile. Quindi il cambiamento non può che coinvolgere anche i cittadini attivi anche con la sobrietà nei consumi di energia, nei consumi di acqua.
E i costi per tutto ciò che è nuova economia, un'economia sostenibile, non sono un capitolo trascurabile. Si sta migliorando in questo ambito?
R.- Sono costi ma sono anche opportunità. I costi più grandi sono quelli che saranno necessari per compensare quelli che sono più lontani in questo cambiamento. Infatti si parla di fondi di transizione, cioè c'è bisogno di aiutare un pochino chi dovrà fare uno sforzo più grande. Ma per il resto si parla anche di grandi opportunità. E' ovvio che un'impresa che diventa nell'innovazione leader di un prodotto circolare, è un'impresa che ha un vantaggio competitivo nel futuro. Io faccio l'esempio sempre di Aquafil, questa società di giovani napoletani che ha inventato lacci per le scarpe fatti di materia riciclata, ed è diventato il fornitore principale delle più grandi case di scarpe di ginnastica del mondo. Quindi l'economia circolare è una grande opportunità di ridisegnare tutti i processi produttivi e i prodotti in un modo nuovo, e chi è in vantaggio in questo è in vantaggio per il futuro.
A lei la Laudato si' personalmente come uomo, come studioso, come professore che cosa ha dato?
R.- Ma molto! Secondo me, il concetto più bello della Laudato si' è di essere entrata molto nel merito di cose che, se vogliamo, noi da 18 anni facevamo con i fondi di investimento. Cioè, il Papa ha detto che bisogna disinvestire dalle fonti fossili progressivamente e senza indugio, e si è creato per questo anche delle ostilità; e poi senz'altro aver contrapposto due antropologie, una bulimica, dell'uomo che ha un rapporto distonico con la natura, con la tecnologia, e che quindi consuma in eccesso e produce danni ambientali, e dall'altra parte l'idea dell'uomo "in relazione". Il Papa, secondo me, nelle parti più originali dell'Enciclica, dice che il saper vivere una vita non nella bulimia dei consumi, vuol dire saper essere un pò più contemplativi. Dunque, secondo me, ha lanciato un'idea molto interessante che è appunto quella della "ricca sobrietà". E poi, ripeto, è entrato nel merito molto concreto di alcuni cambiamenti che dobbiamo realizzare.
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