Non sprecare il cibo, ma proteggere e nutrire il Creato
Marina Tomarro - Città del Vaticano
Sono oltre 2.200.000 le tonnellate di cibo che si sprecano ogni anno nelle case degli italiani, per una stima di 36,54 chilogrammi a testa e un valore di quasi 12 miliardi di euro. Lo rende noto la "campagna Spreco Zero", attraverso il Rapporto Waste Watcher 2020 presentato in occasione della settima Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare, che quest'anno ha come filo conduttore il tema: "Stop food waste, feed the planet" (Stop allo spreco del cibo, nutri il pianeta). Chiaro, quindi, anche il riferimento ad una particolare attenzione per il Creato.
La Pontificia Accademia delle Scienze nel novembre scorso ha convocato esperti da tutto il mondo per riflettere sulle soluzioni contro lo spreco del cibo e delle risorse agroalimentari. In quella occasione è stato pubblicato un tweet del Papa che accompagnava i lavori: "Dobbiamo mettere fine alla cultura dello scarto, noi che preghiamo il Signore di darci il pane quotidiano".
Uno spreco che va diminuendo
"L'impegno per lo sviluppo sostenibile e la prevenzione degli sprechi - ha spiegato all’agenzia Ansa il fondatore Spreco Zero-Last Minute Market Andrea Segrè - passa attraverso il monitoraggio dei comportamenti e quindi attraverso i dati. Sei anni fa un italiano su due dichiarava di gettare cibo quasi ogni giorno, nel 2019 solo l'1% degli intervistati ha dichiarato di cestinare il cibo quotidianamente. Lo spreco degli alimenti resta in testa agli sprechi degli italiani”.
Una hub antispreco a Milano
Tante le iniziative nate in questi anni per evitare che il cibo vada buttato, come l'hub antispreco inaugurato a Milano lo scorso inverno. Obiettivo: ridurre lo spreco di cibo e innovare le modalità di recupero degli alimenti da destinare a chi ne ha più bisogno, attraverso reti locali di quartiere. L'iniziativa ha permesso il recupero di 77 tonnellate di eccedenze. Moltissime le associazioni che in questi anni si sono attivate per il recupero-cibo, coinvolgendo supermercati, panetterie, ristoranti, e donando quanto recuperato a mense caritative o a persone in difficoltà.
L'esperienza di Equoevento Onlus
Nel 2013, durante un matrimonio, cinque giovani professionisti si rendono conto dell’enorme quantità di cibo che rientrava in cucina per poi essere buttato. Decidono di fare qualcosa di concreto e fondano Equoevento Onlus: l'organizzazione senza scopo di lucro che si occupa di recuperare, durante eventi e feste, le eccedenze di cibo per poi donarle a case famiglia, enti caritatevoli, poveri e bisognosi.
Donare è gioia concreta
“Quando abbiamo iniziato la nostra avventura – spiega Claudia Ciorciolini responsabile organizzativa della Onlus – ci siamo subito resi conto di quante mense caritative faticavano a trovare cibo e quanto se ne buttava invece durante gli eventi. Quello che offriamo sono pietanze di qualità, pasta al forno, risotti, carne pregiata, dolci particolari e, quindi, la festa o l’evento di una persona diventa la gioia di tanti che vivono in difficoltà”. Questa organizzazione, partita da Roma, si è diffusa anche in altre città come Milano, Torino, Lecce ma anche Parigi e Madrid si sono fatte coinvolgere. “Donare questo cibo - continua Claudia - fa del bene a tutti. A chi lo prepara, perché vede la sua fatica apprezzata due volte, e a chi lo riceve. Spesso, il problema di chi vive per strada è trascorrere giorni tutti uguali, senza mai ricevere qualcosa di piacevole. Trovare in una mensa un cibo buono, differente dal solito, o dei dolci particolari per colazione, diventa un piccolo momento di gioia concreta che riusciamo a donare a queste persone”
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