Peggiora la condizione dell’infanzia in tutto il mondo
Fausta Speranza - Città del Vaticano
Non sono solo conflitti e siccità a minacciare salute e futuro dell’infanzia in alcune aree più povere del mondo, ma ci sono altri fattori che minano lo sviluppo nelle zone più ricche: dal degrado ecologico alle pratiche abusive di marketing che spingono i giovani consumatori verso i fast food, le bevande zuccherate, l'alcol e il tabacco.
Il dramma dei Paesi poveri
Il rapporto degli esperti fotografa una situazione drammaticamente ben nota nei Paesi a medio e basso reddito: 250 milioni di bambini sotto i cinque anni rischiano di non raggiungere il loro potenziale di sviluppo, secondo misurazioni indicative sulla malnutrizione cronica e la povertà. In questo caso lo sviluppo, che significa il futuro stesso di questa fetta di umanità è messo a rischio da crisi umanitarie, conflitti, disastri naturali, problemi sempre più legati al cambiamento climatico.
L'inquinamento dell'aria e del cibo nei Paesi più avanzati
Quello che colpisce di più è che la preoccupazione in tema di infanzia riguarda anche i Paesi ad alto reddito dove il marketing commerciale dannoso colpisce i giovanissimi e dove il numero di bambini e adolescenti obesi è aumentato dagli 11 milioni del 1975 ai 124 milioni del 2016. Si tratta di un aumento di 11 volte.
Devono far riflettere alcuni dati: i ragazzini vedono ben 30.000 annunci pubblicitari solo in televisione in un anno. In particolare negli Stati Uniti in due anni l'esposizione dei giovani alla pubblicità delle sigarette elettroniche è aumentata di oltre il 250 per cento, raggiungendo più di 24 milioni di ragazzi. In Australia - solo in un anno di programmi televisivi di calcio, cricket e rugby - gli spettatori minori sono stati esposti a 51 milioni di pubblicità di alcolici.
Se l’ambiente diventa una minaccia
Si deve parlare di questione ambientale e di freno delle potenzialità di sviluppo non solo per le zone degradate dove immaginiamo un inquinamento non regolamentato in nessun modo. Si deve considerare che per quanto concerne le emissioni di CO2 pro-capite, gli Stati Uniti d'America, l'Australia e l'Arabia Saudita sono tra i dieci Paesi con i dati peggiori. Per quanto riguarda l’Europa, offre la “migliore casa” al mondo per i primi anni di un bambino nato oggi - otto tra i primi dieci Paesi nell'indice che misura la sopravvivenza e il benessere sono europei - ma non si può dire altrettanto vincente quando si tratta di misurare le prospettive di un futuro sostenibile. L’intensificarsi dei cambiamenti climatici minaccia il futuro di ogni bambino - Il rapporto include un nuovo indice globale di 180 paesi, comparando i risultati sullo sviluppo dell’infanzia - che comprende le misurazioni della sopravvivenza e del benessere dei bambini, come la salute, l'istruzione e la nutrizione - con l’indice della sostenibilità, una misurazione indicativa delle emissioni di gas serra, e dell’equità, o i divari di reddito. Tutte le questioni citate non possono essere affrontate soltanto dal punto di vista umanitario o sociologico, abbiamo chiesto la valutazione dell’economista Franco Bruni, professore ordinario di Teoria e Politica monetaria internazionale all'Università Bocconi di Milano, vicepresidente dell'Ispi e Co-Head dell'Osservatorio Europa e Governance Globale:
R. - Stiamo parlando della questione al centro del problema economico principale: il mondo ha scarsa attenzione al futuro, il futuro più lontano e questo si riflette immediatamente su una scarsa attenzione all’infanzia. Noi stiamo mettendo il peso della nostra disattenzione e concretamente dei nostri debiti sulle prossime generazioni. E non ci sarebbe niente di più importante dal punto di vista economico e politico di guardare il medio-lungo periodo. L’attenzione a tutto quello che sarà domani purtroppo risulta lontano rispetto alla prospettiva dei periodi elettorali con la quale i nostri politici guardano i problemi.
Che cosa comporterà il fatto che il mondo stia fallendo nel fornire ai bambini una vita sana e un clima adatto al loro futuro?
R. – Pensiamo ai problemi medici dovuti alla cattiva nutrizione, per un verso o per un altro: è un problema ovviamente umano ma anche un problema economico, per l’aumento dei costi e la minore produttività di una generazione esposta a varie forme di inquinamento. Ci sarà una generazione che sarà costosissima per se stessa, per la sanità pubblica. E’ un problema umano, sociale ed economico. Dovremmo pensare quasi solo alle prossime generazioni e invece stiamo pensando a noi con una visione molto poco lungimirante. Inoltre, va detto che i paesi in via di sviluppo o emergenti hanno dei problemi diversi da quelli dei Paesi più avanzati ma man mano che in quelle zone del mondo aumenta l’industrializzazione e un certo sviluppo aumentano anche i problemi legati per esempio al cibo spazzatura o all’inquinamento atmosferico.
“Nonostante la salute dei bambini e degli adolescenti sia migliorata negli ultimi 20 anni, i progressi si sono fermati, e sono destinati a tornare indietro”, ha dichiarato Helen Clark, ex primo ministro della Nuova Zelanda e Copresidente della Commissione. “I paesi devono rivedere il loro approccio alla salute dei bambini e degli adolescenti, per garantire che non solo ci prenderemo cura dei nostri bambini oggi, ma che proteggeremo il mondo che erediteranno in futuro”, ha aggiunto Clark.
Per capire quale sia e quale dovrebbe essere il ruolo della comunità internazionale, abbiamo parlato con Francesco Cherubini, docente di Organizzazioni internazionali e diritti umani all’Università Luiss:
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